“L’operazione ad Aleppo è finita, tutti i combattenti hanno lasciato la zona est e il governo siriano ha il pieno controllo della situazione”. E’ Mosca ad annunciare la vittoria di Damasco nella battaglia simbolo della guerra civile. Le ultime sacche di resistenza, asserragliate in pochi quartieri, sono destinate alla sconfitta. “E’ questione di 2 o 3 giorni e la questione sarà risolta” assicura il ministro russo degli Esteri, Serghei Lavrov.
Tregua infranta
Intanto l’evacuazione dei civili e dei combattenti dalle aree di Aleppo est colpite dai bombardamenti è stata ritardata: lo rende noto l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Numerosi autobus si troverebbero ancora nei quartieri devastati dalla guerra, mentre il primo gruppo di civili – circa 150 persone in tutto, inclusi i feriti – aspetta di lasciare la città. L’evacuazione era prevista per questa mattina all’alba. Non si conoscono per il momento i motivi del ritardo. Sono ripresi, nel frattempo, bombardamenti governativi siriani sulla piccola enclave di Aleppo est ancora nelle mani degli insorti, nonostante un cessate il fuoco annunciato ieri sera, riferiscono attivisti dell’opposizione.
Strage di civili
L’Alto commissario Onu per i diritti umani, Zeid Al Hussein, ha esortato il mondo ad ascoltare “il pianto delle donne e dei bambini terrorizzati e macellati ad Aleppo”, molti civili che erano riusciti a fuggire sono “stati catturati e uccisi sul posto” e altri ancora arrestati dai governativi siriani. I soldati “entrano nelle abitazioni e uccidono chiunque si trovi all’interno, anche donne e bambini”. “Ieri sera abbiamo ricevuto inquietanti rapporti di numerosi corpi che giacevano per le strade – ha continuato l’Unhcr – e in tutto, fino a ieri sera, abbiamo ricevuto segnalazioni di almeno 82 civili, tra cui 11 donne e 13 bambini, uccisi dalle forze pro-governative in quattro diversi quartieri”. Stime dell’opposizione parlano di 6.000 persone arrestate, tra loro soprattutto adolescenti. Le Nazioni Unite hanno fatto appello ad inviare sul terreno “osservatori indipendenti” perché “quanto sta accadendo ad Aleppo potrebbe ripetersi a Duma, Raqqa, Idlib. Non possiamo permetterlo”.
La guerra continua
Ma la riconquista di Aleppo non chiude l’atroce capitolo della guerra civile. Attorno alla città fazioni indipendenti dell’opposizione siriana continuano a tentare di lanciare controffensive, e lo stesso avviene nel resto del Paese. A Palmira raid e combattimenti con i jihadisti dell’Isis sono molto violenti. A Raqqa invece, gli americani affermano di aver centrato in un raid due responsabili dell’Isis coinvolti nella preparazione degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. Ma oramai la guerra al Califfato in Siria è finita in secondo piano. Il conflitto siriano è costato la vita a quasi mezzo milione di persone dal 2011. Nelle prossime ore il sangue di innocenti potrebbe continuare a scorrere a fiumi.