Ad Aleppo, in Siria, c’è il rischio di una “catastrofe umanitaria senza precedenti”. L’allarme è stato lanciato dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon nell’ultimo rapporto al Consiglio di Sicurezza. Ban ha esortato gli Stati Uniti e la Russia a raggiungere rapidamente un accordo per il cessate il fuoco e ha denunciato che per conquistare il territorio “vengono condotti attacchi indiscriminati nelle aree residenziali, anche attraverso l’uso di bombe a botte, nei quali rimangono uccisi centinaia di civili, tra cui decine di bambini”.
Nel frattempo continuano i pesanti raid in tutto il Paese. Attacchi aerei che per la prima volta sono partiti anche dall’Iran, Paese che ha concesso temporaneamente l’uso delle sue basi militari e dello spazio aereo alla Russia che ha dispiegato i suoi bombardieri nell’aerodromo di Hamadan.
I White Helmets, un gruppo di soccorritori attivo nelle aeree sotto il controllo dei ribelli anti-governativi siriani, ha comunicato che solo nella giornata del 17 agosto, nei raid aerei su Idlib, nel nord ovest della Siria, sono morte almeno 17 persone, mentre altre 30 sono rimaste ferite.
Inoltre, i caccia russi, oltre che dal territorio iraniano, partiranno anche dall’Iraq. Il primo ministro iracheno, lo sciita Haider al Abadi, ha confermato oggi che l’Iraq ha aperto il suo spazio aereo alla Russia, precisando tuttavia di non aver “ricevuto alcuna richiesta formale da parte di Mosca in merito alle tipologie di armamenti” trasportati dai velivoli russi.