Ottantadue civili, tra cui donne bambini, sono state uccisi nelle loro case dalle forze lealiste di Bashar al Assad ad Aleppo Est. Lo ha riferito l’Onu che, condannando la strage, ha imputato al regime di Damasco una “totale mancanza di umanità”. Si tratta dell’ennesima carneficina di cittadini innocenti commessa nei quartieri in cui ancora si combatte la guerra civile. Ma se in passato a causare la morte dei civili erano stati soprattutto i raid russo-siriani, stavolta il massacro è avvenuto con le modalità di una vera e propria esecuzione.
Mosca nel frattempo continua a rimarcare i progressi compiuti nella guerra contro i ribelli. Le truppe lealiste, ha riferito il ministero della Difesa russo, oggi controllano oltre il 98% del territorio di Aleppo, mentre i miliziani sono costretti a una porzione della città di circa 3 chilometri quadrati. L’esercito siriano, nelle ultime 24 ore, avrebbe conquistato 11 quartieri.
La Russia ha poi fornito i dati relativi all’evacuazione dei civili: 7.796, tra cui 3.946 bambini, sarebbero stati messi in salvo dalle zone di Aleppo ancora in mano ai miliziani. In tutto ciò almeno 375 miliziani avrebbero deposto le armi. Lo stesso ministero ha spiegato che, dall’inizio dell’offensiva, circa 110 mila cittadini sono stati evacuati. La tv di Stato siriana ha diffuso le immagini della popolazione di Aleppo in festa per la quasi completa liberazione della città dalle truppe anti-Assad.
Nell’altra guerra siriana, combattuta contro l’Isis, si registra una nuova avanzata dei jihadisti su Palmira, località strategica perché ricca di giacimenti di gas naturale e nota per il sito archeologico patrimonio dell’Unesco. Le forze governative hanno ammesso di essersi ritirate dalla città sabato scorso. E militari lealisti, sui profili dei social media, lamentano il mancato sostegno aereo russo. La Russia, che giustifica bombardamenti contro i civili ad Aleppo est nella “lotta al terrorismo”, motiva l’assenza di raid su Palmira per “non colpire i quartieri abitati“. Mosca rilancia invece le accuse agli Usa, colpevoli agli occhi russi di non aver impegnato abbastanza l’Isis sul fronte di Raqqa nel nord. Il ministero della Difesa russo afferma che i jihadisti hanno attaccato Palmira “con 5mila uomini” provenienti da Raqqa e Dayr az Zor. Eppure dalla zona di Raqqa giungono altre notizie drammatiche: l’Ondus afferma di aver documentato l’uccisione oggi di almeno 21 civili uccisi, tra cui donne e bambini, in raid aerei