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Albania, la macchina della solidarietà per le vittime del sisma

ADurazzo si scava mentre la terra continua a tremare: un'altra scossa di terremoto, in giornata, è tornata a mettere paura agli abitanti della seconda città albanese per grandezza, la più colpita, assieme alla vicina Thumane, dal sisma di due giorni fa che, per il momento, ha portato il suo bilancio a 41 vittime, le ultime dieci estratte dalle macerie durante la notte. Un quadro drammatico, portato da quello che gli esperti hanno indicato come il peggior terremoto degli ultimi decenni: 6.4 il magnitudo della scossa principale, seguita da altre di assestamento proseguite nelle giornate successive, la più forte delle quali con un magnitudo momento di 5.3 ieri pomeriggio. Di intensità appena minore (5.1) quella che ha colpito nuovamente l'area di Durazzo poche ore fa, mentre uomini e mezzi erano impegnati nei soccorsi fra le rovine dell'hotel Miramare, spazzato via dal sisma di due giorni fa, e in altre zone tuttora disseminate di macerie dove, secondo quanto dichiarato dalle autorità, si troverebbero ancora delle persone. Secondo i primi dati ufficiali, fra le persone decedute vi sono quattro bambini di età compresa fra i 3 e gli 8 anni e 17 donne. Fra queste vi sarebbe anche la fidanzata del figlio del premier, uccisa dal sisma assieme a tutta la sua famiglia.

La macchina della solidarietà

Mentre si contnua a scavare, la macchina degli aiuti è scattata a sostegno della popolazione albanese da parte di numerosi Paesi, tra cui anche la Serbia e il vicino Kosovo, storicamente protagonista di alcuni attriti (non solo in ambito politico) con l'Albania. Da Pristina, così come da altre importanti città degli Stati balcanici, sono partite squadre di soccorritori per prestare la loro assistenza alla popolazione colpita dal sisma, con alcune famiglie kosovare che, addirittura, avrebbero aperto le proprie case ai vicini albanesi. Un segnale di solidarietà importante in una frazione dell'Europa orientale protagonista in passato (anche recente) di tensioni socio-politiche estreme e segnata da rapporti difficili anche tra Paesi confinanti. Anche il Vaticano si è mosso per sostenere Durazzo, Thumane e tutte le altre località colpite dal terremoto, con il Dicastero per lo Sviluppo umano integrale che ha stanziato un contributo di 100 mila euro: “Fino ad oggi – ha spiegato il Dicastero – si contano decine di vittime e almeno 600 feriti, ma molte sono ancora le persone sotto le macerie. Il sisma ha lasciato dietro di sé danni enormi: edifici crollati e centinaia di persone senza tetto, ed è stato avvertito in altre zone dell'Albania e della costa adriatica. La somma sarà impiegata nelle diocesi coinvolte dal sisma in opere di soccorso e assistenza, d'intesa con la nunziatura apostolica in Albania”.

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