L’opposizione vota oggi un referendum non ufficiale per aumentare la pressione contro il presidente Nicolas Maduro e il suo progetto per la creazione di un’Assemblea costituzionale che secondo i suoi avversari trasformerà il Venezuela in una dittatura, visto che avrebbe il potere di riscrivere la costituzione e sciogliere istituzioni statali. Il referendum, nel quale si chiede anche ai cittadini se vogliano le elezioni anticipate e se si debba mantenere l’attuale costituzione, è stato definito illegale e privo di senso da Maduro, il quale ha invece fissato un referendum ufficiale sul nuovo organismo legislativo per il 30 luglio.
Quasi 2000 seggi
I seggi, circa 2000 in tutto il Paese, si sono aperti alle 7 in punto ora locale (le 13 in Italia) e alcuni anche qualche minuto prima (per esempio quelli nella piazza di Los Palos Grandes, nel municipio di Chacao). L’opposizione venezuelana tenta l’offensiva al presidente chavista: dopo quasi quattro mesi di violenze, scontri, proteste di piazza e repressione feroce, in cui si sono registrati quasi 100 morti, chiama alle urne il popolo per un referendum puramente simbolico ma che potrebbe avere conseguenze politiche non indifferenti. La consultazione punta sostanzialmente a mettere in mora Maduro, ed è stata presentata dall’opposizione come un atto di “disobbedienza civile” contro il capo dello Stato da parte della coalizione anti-chavista riunita nella Mud, il Tavolo di Unità Democratica.
Iniziative in tutto il mondo
Anche in tutte le città del mondo dove ci sono emigrati del Paese latinoamericano si svolgono iniziative con l’obiettivo di esprimere il proprio dissenso rispetto alla linea del presidente Maduro. Particolarmente nutrita la presenza a piazza San Pietro per l’Angelus del Papa, che ha salutato i venezuelani presenti con bandiere, striscioni, palloncini dei colori del Paese. In Italia sono state indette iniziative dei venezuelani in diverse città, tra le quali Roma, Milano. Verona, Bologna, Napoli, Bari, Palermo. “In Patria si voterà – fanno sapere fonti vicine all’opposizione convenute a San Pietro – in tutte le chiese e nei municipi dove il Sindaco è dell’opposizione”. Anche i vescovi del Venezuela hanno appoggiato questa consultazione popolare auto-convocata, mentre per il 21 luglio è stata indetta una giornata di preghiera e digiuno.