Giovedì nero” di scioperi in Francia. La popolazione si mobilita contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Emmanuel Macron bloccando il Paese: treni, metropolitane autobus, scuole pubbliche, ospedali, raccolta dei rifiuti: milioni di dipendenti del settore pubblico e privato sono chiamati ad incrociare le braccia per quella che alcuni temono come una ripetizione dei grandi scioperi di 14 anni fa che fecero cadere il governo di Juppé. La giornata si annuncia pesantissima, a cominciare dal fronte dei trasporti. Dalle prime cifre, il movimento di protesta di oggi sarà molto seguito e la percentuale media degli annullamenti dei treni è circa del 90%.
Gillet gialli
Quasi 250 manifestazioni si terranno in tutta la Francia per manifstare contro il futuro “sistema universale” delle pensioni. Torneranno in piazza, stavolta anche ai sindacati, anceh i gillet giallli che sperano di cogliere l’occasione per risorgere, e ai partiti sia di destra che di sinistra — dal Rassemblement National di Marine Le Pen ai socialisti —, uniti per abolire i 42 regimi speciali, fonte di eterni privilegi e ingiustizie, e arrivare a un sistema di “pensioni a punti” più equo, razionale e sostenibile per le casse dello Stato. Molti i timori per l'ordine pubblico: solo a Parigi verranno schierati 4.000 agenti, in attesa di circa un migliaio di black block e gilet gialli. Si teme quanto avvenuto nel 1995, quando il Paese restò paralizzato per tre settimane, fino a Natale, con 2 milioni di lavoratori in piazza, successive dimissioni dell'allora premier Alain Juppé e scioglimento del Parlamento. Oggi ad essere preso di mira è principalmente il presidente Macron e il suo governo “neoliberale e autoritario”, come scrivono in un appello su Le Monde 180 intellettuali e artisti — da Annie Ernaux a Robert Guédiguian, da Édouard Louis a Thomas Piketty —, vicini “alle donne e agli uomini che lottano”.