Jimmy Sham, uno dei leader delle proteste di Hong Kong, è stato aggredito da un gruppo di cinque uomini armati di martello nel distretto di Mong Kok, nella penisola di Kowloon. L'attivista, classe 1987, è rimasto ferito alla testa, ma sarebbe rimasto cosciente per l'intera durata dell'aggressione. Il suo gruppo Civil Human Rights Front (Chrf) ha detto che è stato trovato a terra in una pozza di sangue e portato in ospedale; ora risulta essere in condizioni stabili. È la seconda volta che Sham viene attaccato da quando sono iniziate le proteste a Hong Kong, aggiunge la Bbc. Amnesty International ha definito l'aggressione “scioccante nella sua brutalità”.
Attivista
L'agguato si è verificato poche ore dopo che le contestazioni hanno costretto la governatrice Carrie Lam ad abbandonare il Legislative Council di Hong Kong senza riuscire a pronunciare il suo atteso discorso. Sham è dal 2018 il coordinatore del gruppo non violento Civil Human Rights Front ed è tra i principali animatori delle rivolte per la democrazia, che da giugno si battono per limitare il controllo cinese sull'ex protettorato britannico. Civil Human Rights Front ha rilasciato un comunicato in cui si legge: “Non è difficile collegare questo episodio al terrore politico dispiegato per minacciare e inibire l'esercizio di diritti naturali e legali”. Il riferimento – scrive Corriere.it – è ai gruppi di sostenitori del governo cinese (e della sua politica di crescente ingerenza negli affari di Hong Kong) che già durante l'estate erano stati accusati di aggressioni ai danni dei manifestanti. Sham è anche un attivista per i diritti delle persone LGBT+ (è apertamente gay e nel 2014 si è sposato negli Stati Uniti).