La Commissione Europea ha varato il nuovo piano di intervento per cercare di aiutare e risolvere il problema dell’immigrazione nel Vecchio Continente. L’obiettivo principale è quello di poter distribuire i profughi in tutto il territorio europeo, aumentando la portata dell’operazione Frontex e i mezzi a disposizione. Dagli accordi raggiunti, ogni paese europeo riceverà una percentuale di immigrati secondo quote prestabilite. Per quello che riguarda i profughi che hanno le prerogative per avere lo status di rifugiati, l’Italia ne prenderà a carico il 9,94% del totale, ossia circa 2.000 su 20 mila. Per i nuovi immigrati o per quelli che ancora non hanno il permesso d’asilo la quota sale a 11,84% del totale.
Le percentuali sono state stabilite in base ad alcuni parametri che considera il numero di abitanti del Paese opsitante, il Prodotto Interno Lordo, i profughi già presenti e il livello di disoccupazione. L’Italia sarebbe la terza nazione ad ospitare più migranti subito dopo la Germania, con il 18,42& e la Francia con il 14,17%. In questa distribuzione però ci sono alcuni Paesi che hanno manifestato il loro disappunto, come la Gran Bretagna che non vuole aprire le sue porte ai rifugiati. Il ministro dell’Interno, Theresa May, ha scritto in un editoriale che “l’Ue dovrebbe lavorare per stabilire dei siti di accoglienza sicuri in Africa del nord, con un programma attivo di ritorno”. Sulla stessa linea si sono schierate la Repubblica Ceca e la Slovacchia.
Quanto all’operazione Frontex, l’idea è quella di aumentare i mezzi a disposizione ma anche il raggio di azione. L’alto rappresentante Federica Mogherini ha dichiarato che “l’agenda Ue sulle migrazioni è stata adottata dalla Commissione. Dividere le responsabilità in Europa significa acquistare credibilità e la collaborazione con l’Onu è essenziale se vogliamo risolvere il problema. Solo in questo modo – continua – riusciremo ad affrontare le cause alla radice dell’emergenza distruggendo le organizzazioni criminali e aiutando i migranti a fuggire dalle loro mani”. Un intervento via terra in Libia è stato escluso dalle possibilità prese in considerazione dalla Mogherini e quanto al territorio marittimo, il governo di Tobruk ha avvisato di non invadere le acque libiche altrimenti “reagiremo con bombardamenti come quelli contro il cargo turco “.