Un soldato Nato della missione “Resolute Support” è morto nei pressi di Bagram, dove si trova la più importante base americana in Afghanistan. Lo ha reso noto la stessa Missione a Kabul in un breve comunicato in cui, però, non viene fornita la nazionalità della vittima ma si precisa solo che il decesso è stato causato da un “attacco nemico”. Secondo il sito internet ‘icasualties.org’, i soldati stranieri morti quest’anno in Afghanistan sono dieci.
Nel Paese asiatico il momento è particolarmente delicato. L’espansione del braccio afghano dello Stato Islamico a danno dei talebani sta spingendo gli “studiosi del Corano” a cercare un accordo con il governo per far fronte comune contro la minaccia. “Se il Paese non sarà sotto occupazione, il problema degli afghani potrà essere risolto con un accordo interno – ha spiegato il Mullah Mansour, che è succeduto al defunto Omar nella guida dei talebani -. Qualunque pressione esterna esercitata con il pretesto di risolvere la questione afghana non risolverà il problema ma in realtà ne creerà altri”.
Se Dio vorrà – ha proseguito -“il popolo afghano sventerà questa cospirazione attraverso la sua forza di unità”. Mansour ha poi parlato della possibilità di riprendere i negoziati di pace con Kabul, ma ha invitato qualunque altra parte a non immischiarsi.