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AFGHANISTAN, LA MINACCIA DEI TALEBANI: “IL 24 APRILE INIZIERA’ LA CAMPAGNA MILITARE DI PRIMAVERA”

Una nuova ondata di violenze sta per travolgere l’Afghnistan, o almeno è quanto annunciano i talebani nel loro ultimo comunicato. Quella che è definita “l’annuale campagna militare di primavera” inizierà il 24 aprile alle 5 del mattino. L’operazione verrà lanciata il nel “settimo mese lunare del calendario islamico” in quanto ricorda la battaglia di Yarmuk, “”una storica vittoria dei primi musulmani (guidati dal generale Khalid ibn al-Walid) e una netta sconfitta delle forze occidentali infedeli (dell’imperatore bizantino Eraclio)”.

Il nome scelto dalla guida spirituale  dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, il mullah Omar, e’ ‘Azm’, cioè determinazione. ”I principali obiettivi di queste operazioni saranno gli occupanti stranieri, specialmente le loro basi militari permanenti, funzionari del regime fantoccio, le loro costellazioni militari, in particolare la loro Intelligence, il ministero degli Interni e i funzionari del ministero della Difesa”, prosegue il comunicato in cui i talebani sostengono che “dopo 13 anni di pia Jihad (Guerra santa), i crociati invasori guidati dall’America sono stati costretti a ritirare la maggior parte delle loro forze di invasione dall’Afghanistan”.

Il prolungamento della Jihad è “necessario” in quanto i militari stranieri “hanno mantenuto il controllo del nostro territorio e dello spazio aereo attraverso un maligno Accordo bilaterale di sicurezza (Bsa)”. Kamikaze, infiltrati nelle file nemiche, attacchi a basi fortificate del nemico con l’utilizzo di missili, scontri sul terreno e blitz in tutte le città principali. Sono questi i metodi di combattimento scelti dai talebani per portare avanti la loro guerra santa, ma nel comunicato i talebani ammoniscono i mujaheddin che la “massima priorità va data alla salvaguardia dei beni e della vita dei civili”. Se i militanti del gruppo terroristico agiranno con “negligenza e superficialità e causeranno la perdita di beni o di vite dei civili saranno puniti in base alle regole della Jihad e della Sharia”.

La missione di combattimento della Nato in Afghanistan è formalmente terminata a dicembre, ma nel Paese sono ancora presenti 12.500 soldati dell’Alleanza, tra cui 9.800 statunitensi, per addestrare e sostenere il personale della sicurezza locale. A questo fa riferimento il comunicato dei Talebani quando recita che i ”crociati” mantengono il ”controllo della nostra terra e del nostro spazio” in seguito all’accordo sulla sicurezza firmato dagli Stati Uniti e dal governo afghano.

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