E’ di almeno 10 morti e 14 feriti il bilancio dell’attacco condotto da un commando dell’Isis contro un edificio della televisione a Jalalabad City, capoluogo della provincia orientale di Nangarhar, in Afghanistan.
Il portavoce del governo provinciale, Attaullah Khughyani, ha spiegato che tutto è iniziato quando un kamikaze si è fatto esplodere davanti all’ingresso della tv, che si trova fra l’altro a poche decine di metri dalla sede del governo locale. Il boato ha scatenato il fuggi fuggi generale, che ha permesso ad almeno altri quattro jihadisti di penetrare all’interno dell’edificio e aprire il fuoco contro impiegati e tecnici dell’emittente. Mentre la sparatoria era ancora in corso, i talebani hanno categoricamente respinto ogni responsabilità, mentre è stato il Daesh a rivendicare l’attacco attraverso la sua agenzia di stampa Amaq.
Lo stesso Khughyani ha confermato che quattro dipendenti della tv e due agenti di polizia sono morti nella sparatoria, insieme a quattro miliziani. L’Isis, attraverso la sua sezione Khorasan (Afghanistan-Pakistan) da almeno due anni sta cercando di costituire un suo quartier generale in Nangarhar, ostacolata in questo progetto dalle forze di sicurezza afghane, dagli stessi talebani e dalla Coalizione internazionale guidata dagli Usa e integrata dai Paesi della Nato.
A metà aprile gli Usa hanno sganciato su una base dei seguaci del “Califfo” Abu Bakr al-Baghdadi nel distretto di Achin una “superbomba” che avrebbe distrutto una rete di tunnel e grotte e ucciso quasi un centinaio di militanti. Inoltre il 27 aprile il comandante dell’Isis-Khorasan, Hafiz Saeed Khan, è stato ucciso dai razzi di un drone Usa durante un raid su un compound dell’Isis in Nangarhar. Da allora il gruppo terroristico ha infittito gli attentati in Afghanistan, rivendicandone vari, fa cui uno a Kabul l’8 maggio scorso che ha causato otto morti.