Una terribile strage. Soltanto così può essere definito l'attentato, avvenuto nella provincia occidentale afghana di Farah, in cui almeno 34 persone hanno perso la vita. Tra loro molte donne e bambini, altre 17 persone sono rimaste ferite per lo scoppio di una bomba sul ciglio della strada al passaggio di un autobus. Tutte le vittime erano civili.
La ricostruzione del fatto
Il portavoce del governatore della provincia di Farah, Farooq Barakzai, ha confermato il bilancio dei decessi sottolineando che potrebbe salire ulteriormente a causa dei numerosi feriti. “Decine di passeggeri, soprattutto donne e bambini, sono rimasti uccisi quando l’autobus sul quale viaggiavano ha urtato una bomba che si trovava lungo la strada”, ha detto Barakzai aggiungendo che si è trattato di un ordigno dei talebani. Il pullman, ha precisato il portavoce, stava percorrendo l’autostrada Kandahar-Herat quando è esploso, alle sei del mattino ora locale (le 3:30 in Italia). Per il momento i talebani non hanno rivendicato l’attacco, ma anche secondo il portavoce del presidente afghano – Sediq Sediqqi – si è trattato di una loro bomba. Una strage che potrebbe non essere casuale, visto che il massacro arriva il giorno dopo la pubblicazione di un rapporto della missione Onu in Afghanistan (Unama), che documenta come il numero di vittime civili in quasi due decenni di conflitto afghano continui ad essere estremamente alto: 1.366 morti e 2.446 feriti solo nella prima metà del 2019. Secondo l'Unama, l'obiettivo “zero vittime” – concordato a Doha durante i negoziati tra i rappresentanti di Stati Uniti, società afghana e talebani – è ben lontano dall'essere raggiunto. Da notare che tra le vittime di quest'anno, il numero più grande, 717, è dovuto alle azioni delle forze afghane e internazionali; e “solo” 531 morti sono stati provocati dai gruppi ribelli come i talebani e l'Isis: e questa è un'assoluta novità da quando si è cominciato a raccogliere questi dati, nel 2009.