Nuovo attacco kamikaze a Kabul. Un uomo di è fatto esplodere vicino a uno stadio della capitale afgana dove si stava svolgendo un incontro di cricket, provocando la morte di un agente di polizia e due civili.
L’emittente 1TvNews ha citato un comunicato del ministero dell’Interno secondo cui nell’esplosione avvenuta nel pomeriggio altre cinque persone sono rimaste ferite. In un primo momento i media avevano indicato che l’attentato era stato realizzato all’ingresso dello stadio, ma le autorità hanno precisato che il kamikaze ha attivato la carica di esplosivo che portava indosso più indietro, all’altezza di un check-point sulla strada che arriva fino al centro sportivo
Intanto nel distretto di Qarabagh della provincia di Kabul hanno inscenato ieri una manifestazione per protestare pubblicamente per il lancio una settimana fa da parte degli Usa di “volantini blasfemi” nelle province di Parwan e Kapisa e nel distretto di Kohdaman di Kabul. I dimostranti, che sventolavano bandiere afgane ma anche alcune dei talebani dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, hanno scandito slogan del tipo “Morte all’America!” e chiesto rumorosamente la condanna dei responsabili dell’offesa fatta ai musulmani.
Hekmatullah Haqmal, uno dei partecipanti alla manifestazione, ha assicurato di essere “pronto a sacrificare la mia vita per proteggere la religione”. Un altro dei dimostranti, Saifurrahman Habibi, ha sostenuto che “è meglio che gli Usa se ne vadano il prima possibile dall’Afghanistan, dove nei 16 anni della guerra hanno ucciso migliaia di nostri fratelli”.
Il 6 settembre scorso aerei americani hanno lanciato in varie località volantini raffiguranti un cane bianco con parte della bandiera dei talebani sul corpo con scritte frasi del Corano mentre fugge per l’arrivo di un leone. Subito dopo il generale americano James Linder in persona ha firmato un comunicato diffuso ai media in cui ha ammesso che “il disegno del volantino conteneva erroneamente una immagine altamente offensiva sia per i musulmani sia per la religione dell’Islam. Per questo chiedo sinceramente scusa“.