Era uno dei tanti barconi fatiscenti che partono dalle coste libiche verso le “terre della speranza”, e aveva a bordo più di 100 persone. Ma ancor prima che riuscisse ad avvicinarsi all’Europa, la sua struttura non ha retto ed è sprofondata in mare aperto. Il naufragio, secondo quanto riferiscono le autorità locali, sarebbe avvenuto lo scorso weekend vicino alla città di Zuawrah, ad ovest di Tripoli. Sono dispersi in mare più di 100 migranti, 70 persone sono state recuperate mentre altri 30 corpi, spinti dalle onde, hanno fatto ritorno privi di vita sui bagnasciuga da cui erano partiti.
Un funzionario dell’amministrazione Zuawrah ha affermato che “il barcone è affondato due giorni fa”, mentre i superstiti riferiscono che a bordo c’erano circa 250 persone, prevalentemente provenienti da Siria ed Africa sub-sahariana. Questi corpi si aggiungono al bilancio complessivo degli oltre 3000 morti in mare nell’ultimo anno e a far da complice a questa tratta di esseri umani, in primis, è la situazione politica del Paese di partenza: il governo libico ha perso il controllo della maggior parte dei suoi territori e le coste, per le milizie armate in cerca di soldi, diventano la base ideale per il traffico di esseri umani.