Sono ancora in corso le ricerche dei superstiti da parte dei soccorritori dopo il disastro aereo del volo Air Asia precipitato nel Mar di Giava domenica scorsa. A bordo il velivolo trasportava ben 162 persone e sono 16, fin’ora, il numero dei cadaveri recuperati. E’ quanto riporta l’Agenzia nazionale di ricerca e soccorso indonesiana Basarnas che fa sapere che 29 navi e 17 aerei sono impegnati nella ricerca della scatola nera e dei rottami dell’aereo.
Per scandagliare il fondale alla ricerca delle scatole nere, decisive per comprendere la causa dell’incidente, vengono utilizzati un veicolo sottomarino telecomandato, un dragamine e una nave privata specializzata nella mappatura dei fondali. Immagini sonar hanno localizzato quelle che sembrano ampie parti dell’aereo ed “è possibile che corpi siano nella fusoliera”, ha precisato un alto ufficiale dell’aviazione, Sunarbowo Sandi, coordinatore delle ricerche. Queste si stanno concentrando sul recupero dei corpi, ha riferito il portavoce dell’Aviazione indonesiana, Hadi Tjahjanto.
Il velivolo era partito da Surabaya e aveva come destinazione Singapore. Delle 162 persone a bordo, soltanto 7 non erano di nazionalità indonesiana. Gli Usa hanno inoltre inviato un cacciatorpediniere, la Uss Sampson, sulla zona delle ricerche. Secondo la compagnia aerea indonesiana, il pilota dell’Airbus 320 aveva chiesto di deviare dal suo piano di volo a causa delle cattive condizioni del tempo. Ignatius Bambang Tiahjono, presidente dell’Airnav, l’autorità per l’aviazione civile indonesiana, ha detto che il volo QZ8501 è sparito dai radar, 40 minuti dopo il decollo, mentre era in fase di ascesa per evitare una nuvola minacciosa, in un tratto sopra l’oceano tra Borneo e Sumatra. Il responsabile ha spiegato che è scomparso 6 minuti dopo l’ultima comunicazione con il pilota.