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Ad Abu Dhabi l'Onu dei ragazzi

Centinaia di studenti fra i 14 e i 26 anni si sono riuniti ad Abu Dhabi per la quarta edizione di “Change the World model United Nation”, la simulazione dell'attività del'Onu organizzata dall' Associazione Diplomatici. La Ong creata nel 2000 dall'imprenditore catanese Claudio Corbino porta ogni anno giovani di molti Paesi nella capitale degli Emirati Arabi a discutere di crisi internazionali e scenari geopolitici per una sorta di prova generale in vista del clou di marzo quando a New York, proprio nella sede dell'Onu, per una settimana saranno oltre duemila i ragazzi da più di cento nazioni a vestire i panni dei delegati dei 193 stati.

“Siamo qui per provare a diventare cittadini migliori, così anche il mondo migliorerà – ha detto Corbino nella cerimonia inaugurale nella sede degli Archivi Nazionali -. Comportatevi da leader, siete giovani cittadini che diventeranno decision maker nel prossimo futuro”. L'ambasciatore italiano Liborio Stellino ha salutato i giovani insistendo sulla necessità di una visione per il cambiamento. “Noi – ha rimarcato – abbiamo visto cadere il Muro di Berlino, voi rischiate di vedere la morte degli Stati Nazionali e la costruzione di tanti piccoli muri. Per questo c'è bisogno della vostra intelligenza e della vostra passione”.

Nel modernissimo Campus della New York University di Abu Dhabi i giovani diplomatici hanno affrontato questioni cruciali come la minaccia del terrorismo nucleare, le tecniche di comunicazione dei gruppi terroristici, il ruolo dell'Onu nell'azione di contrasto. Ogni delegato ha rappresentato un Paese diverso dal proprio preparandosi per quattro mesi su storia e interessi da tutelare. Non poteva mancare un incidente diplomatico. A innescarlo nella commissione sulla prevenzione del crimine proprio il delegato italiano, un ragazzo egiziano che ha usato toni molto duri contro l'Iran sulla questione del programma nucleare. Lo studente iraniano che rappresentava l'Ucraina ha protestato ritenendosi offeso a titolo personale. La mediazione degli altri delegati ha permesso di chiudere lo scontro con una stretta di mano.

Al di la della simulazione dei lavori Onu, Change the World rappresenta un trampolino di lancio per i giovani che si candidano a occupare ruoli importanti. “Qui – dice Arianna Servadio, calabrese 20 anni, studia alla Alma Mater di Bologna – ho capito che dobbiamo essere preparati per confrontarci con chi ha un atteggiamento molto più competitivo del nostro, essere pronti ad alzare l'asticella per capire dove arrivare”. Alessia Pagani, 20 anni di Torino, vorrebbe lavorare all' Onu, per una Ong o nel campo del diritto internazionale. “Abbiamo tutti voglia fare qualcosa di importate – spiega- se non avessimo la capacità di confrontarci con persone e culture diverse, una esperienza come questa non avrebbe senso”.

 

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