In Cina quella del Presidente potrebbe trasformarsi in una carica “a vita”. Infatti, Xi Jingping ha ottenuto l’abolizione del vincolo dei due mandati finora previsti dalla Costituzione. Il voto di oggi del parlamento di Pechino darà la possibilità all’attuale leader cinese, 64 anni, di restare a capo del Paese anche dopo la scadenza del suo attuale mandato, prevista per il 2023.
Voto unanime
Quello dell'assemblea parlamentare è stato un voto plebisicitario: 2 mila 958 i favorevoli, due i contrari, tre gli astenuti. Per modificare la parte della Costituzione che limitava a due i mandati del presidente, e del suo vice, entrambi con durata quinquennale, era necessaria la maggioranza dei due terzi dei votanti. La decisione di oggi porta Xi Jinping ad essere il leader cinese più potente degli ultimi decenni. La modifica alla carta costituzionale dela Cina era stata proposta il mese scorso da parte del Partito comunista cinese, oggi al potere. Sull'approvazione di tale riforma non ci sono mai stati grandi dubbi. La modifica elimina il sistema avviato dall’ex leader Deng Xiaoping nel 1982, per evitare il ritorno ai sanguinosi eccessi di una dittatura senza limiti di mandato, come quelli attuati da Mao Zedong durante la Rivoluzione culturale, tra il 1966 e il 1976.
I rischi
Tuttavia, la decisione odierna del parlamento alimenta la preoccupazione che Pechino si stia allontanando dagli sforzi passati per evitare eccessi di leadership e autocrazia, attuando anche regole economiche più stabili e prevedibili. Le sensibilità del regime al problema è dimostrata dalla recente aggressività dei censori del governo, con interventi contro la diffusione sui più popolari social network cinesi di espressioni di dissenso, come la storpiatura del nome dell’attuale leader in “Xi Zedong”.