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Abadi condanna le violenze sui prigionieri a Mosul: “Inaccettabile, ma sono casi isolati”

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Il premier iracheno Haidar al Abadi ha espresso la sua ferma condanna per le violazioni commesse da parte di “individui“, membri delle forze governative o delle milizie anti-Isis nella regione di Mosul, ex roccaforte del sedicente Stato islamico, affermando che “ogni violazione della legge e della dignità delle persone è inaccettabile“. Parlando ai giornalisti a Baghdad, Abadi ha però respinto quanto affermato nei giorni scorsi dall’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr). L’Unhcr si era detta preoccupata per le documentate uccisioni sommarie e aggressioni da parte delle forze governative irachene e delle milizie filo-iraniane contro civili nella regione di Mosul accusati o solo sospettati di avere avuto rapporti con l’Isis. “Si tratta di casi individuali – ha detto Abadi – commessi da persone ignoranti o che si erano accordate con l’Isis stesso per mettere in cattiva luce l’operato delle forze di sicurezza”.

Due sono i video più agghiaccianti circolati in rete. Nel primo si vede un gruppo di prigionieri che vengono picchiati e presi a calci in una stanza. In seguito uno di loro viene portato fuori dai soldati, che poi lo gettano da una rupe e infine aprono il fuoco sul corpo che giace a terra. Lo stesso trattamento viene riservato ad altri tre prigionieri. In un altro video, intitolato “I nostri eroi della 16/a divisione dell’esercito iracheno che giustiziano i terroristi di Daesh rimasti”, si vedono uomini in uniforme militare che sparano e uccidono un prigioniero inginocchiato. Le nuove denunce fanno seguito a quelle fatte alcuni giorni fa da Amnesty International, che in un rapporto accusava le forze irachene e l’aviazione della Coalizione internazionale a guida Usa di possibili “crimini di guerra” per i bombardamenti in aree densamente popolate di Mosul ovest, che potrebbero avere provocato migliaia di vittime civili. La Coalizione e il governo di Baghdad hanno respinto le accuse. Ma Amnesty ha insistito, affermando che è necessaria “una pronta e imparziale inchiesta” in merito agli episodi denunciati.

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