Sarà Ulf Kristersson, leader dei conservatori, a sobbarcarsi l'onere di formare il nuovo governo svedese. Dal 9 settembre scorso, giorno delle elezioni nazionali, il Paese non ha un esecutivo, uscito senza vincitori dalla tornata elettorale e alle prese con uno stallo che ha messo in evidenza l'incertezza politica che ha accompagnato la Svezia in avvicinamento alle elezioni. Perfetta parità fra Centrodestra e Centrosinistra, i due blocchi maggiori, arrivati anch'essi incerti alle elezioni, con i sondaggi a predire il rischio di un exploit dell'estrema destra (che comunque il suo buon risultato lo ha ottenuto, centrando la miglior percentuale alle politiche. Nel frattempo, però, la situazione riguarda la formazione a breve di un esecutivo: ci proverà Kristersson, al quale è stato consegnato l'incarico con la scadenza di due settimane, entro le quali dovrà presentare la propria proposta.
Scenari in divenire
Settimana scorsa, in extremis aveva provato il premier uscente Stefan Lofven, leader dei socialdemocratici, a richiedere la fiducia al parlamento per definire un nuovo quadro di governo, incassando però la bocciatura in fase di votazione e lasciato il Paese senza una maggioranza in grado di prendere le redini. Resta da vedere se Lofven e i suoi acconsentiranno alla formazione di un governo sulla base di un accordo bipartisan: l'intento sembra esserci ma l'attuale primo ministro ha affermato abbastanza chiaramente che dovrà essere il suo schieramento a guidare la coalizione. Defilata, solo per ora, l'ultradestra di Jimmie Akesson, terza forza uscita dalle urne. Sessantadue seggi al Riksdag ma anche la diffidenza più o meno generale dei restanti schieramenti politici, il che rende difficile la loro possibile presenza in una eventuale coalizione.