Sono 150 le persone che sono state salvate, in due diverse operazioni, dalla nave Alan Kurdi in acque Sar libiche. L’imbarcazione appartenente all’Ong tedesca Sea Eye, è stata la prima a tornare nel Mediterraneo centrale da quando l’Europa, e soprattutto l’Italia, è in emergenza a causa della pandemia da coronavirus.
Le operazioni di soccorso
La prima operazione di soccorso effettuata dalla Alan Kurdi si è verificata nella mattina del 6 aprile, quando ha salvato 68 persone che si trovavano in un barcone in difficoltà. La notizia è stata comunicata dalla Sea Eye, che in un tweet ha spiegato che “le forze libiche hanno interrotto il salvataggio e sparato colpi in aria; molti sono saltati in acqua”. Tutte le persone “sono ora al sicuro a bordo della nostra nave“, ha fatto sapere la Ong.
Successivamente la Alan Kurdi ha soccorso altre 82 persone che si trovavano in un’imbarcazione al largo della Libia. La Sea Eye, ha accusato la nave di rifornimento Asso 29 di essersi rifiutata di intervenire. Con questa seconda operazione, i migranti che si trovano a bordo della nave della ong tedesca sono 150.
Primo sbarco a Lampedusa dopo tre settimane di stop
Nel frattempo, sempre nella giornata del 6 aprile, si è verificato il primo sbarco sull’isola di Lampedusa dopo tre settimane di stop. Complessivamente, sono 36 i migranti, tra cui 11 donne, due delle quali in stato di gravidanza; sono approdati nelle ore pomeridiane direttamente nel porto di Lampedusa. Gli extracomunitari sono stati trasferiti nell’hot spot dell’isola dove saranno sottoposti in quarantena così come gli ultimi migranti giunti a Lampedusa il 14 marzo scorso.