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Una ricerca internazionale per ritrovare la preziosa Biblioteca ebraica razziata dai nazisti nel 1943

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La Comunità Ebraica di Roma sbarca a New York per presentare la riapertura delle ricerche internazionali dei tesori della Biblioteca ebraica che fu razziata dai nazisti nel 1943. Lo scorso 25 gennaio, nel Museum of Jewish Heritage, il Primo Levi Center ha iniziato le celebrazioni per il Giorno della Memoria. La direttrice del Museo Ebraico di Roma, Alessandra di Castro, ha illustrato in quell’occasione la storia della Biblioteca e dei suoi circa 7000 volumi rubati, inoltre ha annunciato per il 2016 una mostra all’interno del Museo romano.

Di questa imponente biblioteca oggi restano solo 25 volumi, tra questi un codice di Torah e Aftarot del XIV secolo, un esemplare unico di Rambam e altri volumi pregiati che arrivarono in Italia insieme ai profughi che furono espulsi dalla Spagna nel 1942. “Su quei libri vi erano le annotazioni di generazioni di studiosi; quei libri erano stati usati nel ghetto per insegnare ai bambini come restare ebrei e perché ne valesse la pena, nonostante il battesimo fosse a portata di mano. – spiega Serena Di Nepi, storica moderna dell’Università La Sapienza di Roma – Quei libri, infine, erano scampati all’incendio che devastò le sinagoghe dell’antico ghetto dopo l’emancipazione ed erano confluiti nel nuovo splendido edificio del 1904”.

Da alcuni mesi la Comunità ebraica di Roma ha contatto le istituzioni italiane, in primis la Presidenza del Consiglio, per far riprendere le ricerche della Biblioteca, e ha presentato una “formale denuncia all’Arma dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio”. “Sono convinta – spiega Alessandra Di Castro – che lo straordinario tesoro della nostra Comunità razziato nel 1943 non sia stato distrutto, che sia conservato in uno o più luoghi. Abbiamo il dovere di rintracciarlo e riappropriarci del nostro patrimonio. Sicuramente ci vorrà tempo ma sono sicura che ci riusciremo”.

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