Parlare della Shoah è sempre difficile, si rievocano ricordi che hanno ferito il cuore del popolo d’Israele. I superstiti dell’Olocausto sono ormai anziani gli anni trascorrono, ma la memoria si tramanda da una generazione all’altra, questa è anche la missione per l’associazione “Un ponte per Anne Frank” che ha organizzato una mostra itinerante, un evento in collaborazione con il Patrocino del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo. Il termine “ponte” allude a qualcosa che unisce due realtà, in tal caso si tratta di continuare a costruire in modo speciale per i cristiani, una profonda amicizia con il popolo dell’Altissimo.
Per l’anno scolastico in corso, la mostra che sarà corredata da oggetti dell’epoca ha riscosso successo ricevendo tante richieste, infatti verrà allestita presso le scuole di alcune città italiane quali: Rosignano Solvay, Bari, Caserta, Roma e Salerno, da novembre 2016 a maggio 2017.
Molto stimolante grazie all’aiuto di un esperto, con un’ apposita formazione sarà l’opportunità per quei ragazzi che si renderanno disponibili a fare loro stessi da guida per la mostra ai coetanei, questa è la strategia “peer to peer”.
Protagonisti in questo progetto saranno perciò i giovani, con la preziosa collaborazione di alcuni testimoni della Shoah, a partire dal 1 dicembre 2016 a Cecina al Palazzo dei Congressi con il tema “Destinazione Auschwitz” ospite la Sig.ra K. Braun Falaschi.
I destinatari sono le scuole perché bisogna mantenere vivo il ricordo delle memorie di coloro che hanno subito il genocidio più grande del XX secolo. I giovani devono far tesoro degli insegnamenti di chi ha vissuto quei giorni neri della storia, saranno gli adulti del domani, tra essi ci saranno i nuovi governanti, politici, giudici, medici, insegnanti quindi comprendiamo quanto sia necessaria questa lezione di vita.
Non bisogna stancarsi di creare occasioni di dialogo culturale e interreligioso, non è mai tempo perso seminare nel cuore dei ragazzi i valori come giustizia, lealtà, condivisione e l’amore per il prossimo, tutto questo ci rende persone, figli dell’unico Dio che ci ha creati “a sua immagine”. Il nazismo ha sfigurato non solo le vittime privandole della loro dignità, della loro libertà e del dono della vita, ma anche gli stessi carnefici, che hanno disumanizzato la loro stessa natura conformandola o deformandola a quella dei demoni.
La scuola è il canale principale di formazione ha un compito educativo, deve perciò trasmettere oltre alle conoscenze scientifiche e umanistiche, anche valori etici.
Il Diario di Anna Frank è una delle prime letture che viene promossa tra i banchi di scuola, per far conoscere la Shoah, scopriamo che il messaggio della protagonista è odierno, ella è una figura emblematica e il fatto che fosse giovanissima la rende vicina agli studenti.
Cosa direbbe oggi Anna a nostri giovani? Educare alla cittadinanza è fondamentale per rendere migliore la società futura e non ricadere negli errori del passato perciò ogni forma di istigazione xenofoba e antisemita va spezzata.
Tra i pellegrinaggi che solitamente la gente è solita scegliere come i Santuari, un viaggio del tutto singolare, ma che almeno una volta nella vita dovremmo fare è proprio il “Viaggio della Memoria”. Con gioia ogni anno si registra una maggior partecipazione specialmente tra i giovani a questa forte esperienza, un ritorno a quel passato che nonostante l’immenso dolore, Israele ha trovato la forza di mantenere viva la speranza. Partecipare a questo pellegrinaggio è un gesto di solidarietà verso i Fratelli Maggiori, coloro che hanno partecipato dichiarano che è un’esperienza unica e da condividere, si comprende il valore della vita e si ritorna a casa migliori.
Oggi assistiamo alla suddivisione dell’Europa, negli ultimi anni si è ripresentato l’amore per il potere nazionale, non si fa una politica estera seria, l’entusiasmo iniziale di costruire un futuro migliore per tutti i Paesi in pochi anni si è spento. Alzare muri e falsificare la storia mortifica la verità e alimenta divisioni tra popoli. Auspichiamo ai giovani di scrivere e di vivere una storia migliore, “Una vita non vissuta per gli altri non è una vita” (Madre Teresa di Calcutta).