Medio oriente e Venezia: due luoghi fra loro distanti, accomunati dal loro ruolo di protagonisti della storia, sia pur in contesti e in epoche diverse. Il fascino immutabile della “Terra tra i due fiumi”, culla della civiltà umana e luogo d’origine della straordinaria invenzione della scrittura, e quello della città lagunare, Repubblica millenaria e salotto culturale fra i più rinomati al mondo, si fondono in uno scenario unico grazie alla mostra “Prima dell’alfabeto. Viaggio in Mesopotamia alle origini della scrittura” che, dal 20 gennaio prossimo, si proporrà di aprire al pubblico un’importante finestra su quello che resta uno dei momenti più rivoluzionari della storia dell’uomo:
Esposizioni di reperti, tra i quali rarissime tavolette con incisioni cuneiformi risalenti a più di 5000 anni fa, videoproiezioni multimediali, oltre a testimonianze dirette di scavi ed esplorazioni provenienti direttamente dai luoghi della mezzaluna fertile, contribuiranno a rendere la retrospettiva un appuntamento davvero speciale non solo con i segreti della prima forma di scrittura, ma con i semi stessi della nostra civiltà. L’intento, infatti, è sì quello di sottolineare la fondamentale importanza rivestita da questa tappa cruciale del percorso evolutivo dell’uomo il quale, grazie alla scrittura, riuscirà da quel momento a costruire impalcature sociali via via sempre più complesse, oltre a favorire lo svilupparsi di una migliore forma di comunicazione. Al tempo stesso, però, è necessario delineare i contorni del contesto che ne vide i natali, in tutta la sua ricchezza artistica e culturale.
La mostra “mesopotamica”, la quale sarà allestita, fino al 25 aprile, all’interno di Palazzo Loredan, una delle sedi dell’Istituto veneto di Scienze, lettere e arti, sarà perciò anche l’occasione per aprire una finestra sulle straordinarie civiltà che fiorirono in quest’area del Pianeta, da quella sumera a quella babilonese, passando per gli Assiri, gli Ittiti e tantissimi altri popoli che, ancora oggi, costituiscono argomenti obbligati nello studio della storia. I loro segreti, custoditi fra i segni e i simboli incisi sulla pietra delle tavole riportate alla luce, sono pronti a raccontare (e a raccontarsi), offrendo agli uomini di oggi il loro contenuto, semplice e straordinario, fatto di testimonianze sui commerci fra città, su carovane di mercanti e su tante altre scene di vita sociale.
L’esposizione è promossa dalla Fondazione “Giancarlo Ligabue”, la quale metterà a disposizione i numerosissimi pezzi della sua collezione (quasi 200), affiancati dai prestiti provenienti da vari musei, tra i quali quello Archeologico di Venezia.