Debutta e si esaurisce oggi, 10 aprile, in cento sale dei cinema italiani il docu-film “Olè olè olè! Viaggio in America Latina”, firmato dal regista Paul Dugdale e realizzato come una panoramica a metà fra intimo e spettacolo dell’ultimo tour latinoamericano dei Rolling Stones. Vedere l’eclettico gruppo inglese sugli schermi di celluloide non è certo una novità ma, dopo oltre cinquant’anni di carriera, ammirare l’ancora intaccata verve artistica e musicale di Jagger e compagni è sempre qualcosa di speciale. In particolare, la pellicola in questione racconta le dieci tappe dello straordinario (in termini di pubblico e, ovviamente, di musica) tour musicale della band, effettuato nei primi mesi del 2016 e articolato tra Brasile, Argentina, Uruguay, Cile, Colombia, Messico, Perù e Cuba. Niente di diverso dal solito, si potrebbe pensare. Invece, l’opera di Dugdale mostra, rivela, indaga e analizza non solo l’aspetto prettamente scenico ma anche la variante culturale e popolare del viaggio, ponendo un occhio attento sul legame profondo tra Sud America e Rolling Stones, in un connubio unico e intimo, fatto di musica e condivisione artistica.
Rolling Stones on the road
D’altronde, il road movie (presentato peraltro al Festival del Cinema di Roma) si pone come una narrazione a tutto tondo di uno dei tour più attesi e, senza dubbio, più importanti negli ultimi anni per le “pietre rotolanti”, letto e interpretato bilanciando i frangenti fra un concerto e l’altro e la potenza dell’esibizione, in particolare quella conclusiva, a L’Avana, gratuita e partecipata da qualcosa come 500 mila persone in delirio (anch’essa raccontato in un docu-film, a firma dello stesso Dugdale e intitolato “Havana Moon in Cuba”). Quello che emerge è un racconto inedito che confida, con la sapienza del regista (autore affermato di video musicali per artisti internazionali), il dettaglio “dietro le quinte” del tour “on the road”: quello che, assistendo unicamente al concerto, si può solo immaginare. Largo, dunque, a una giornata di distribuzione che, almeno un po’, potrebbe contribuire a svelare parte dei segreti che, dopo 55 anni, consentono ai Rolling Stones di cavalcare ancora alla grande la cresta dell’onda dei palcoscenici musicali di tutto il mondo.