E'un reperto di rara importanza anche perché è collegato ad una ricca tenuta, prestigiosa come la villa dei Misteri, appartenuta ad comandante o un alto magistrato militare”. Parla con entusiasmo, in esclusiva all'Ansa, il direttore del Parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna, quando l'ultimo ritrovamento effettuato in quello che è uno dei siti più importanti del mondo, ha appena visto la luce. Una scoperta di portata storica, quella di un cavallo di razza (anzi, “di una gran razza), straordinariamente conservato, bardato e, a quanto sembra, pronto al galoppo per qualunque evenienza. A quanto sembra, il sauro (la razza con la quale gli studiosi hanno identificato l'animale) si trovava ancora legato nella stalla al momento dell'eruzione assieme ad altri due cavalli ma solo lui era sellato. Per fuggire o prestare aiuto, questo non si sa. L'unica cosa certa è che, con i suoi compagni di stalla, ha condiviso lo stesso atroce destino sotto la cenere del Vesuvio.
Il ritrovamento
“Tutta l’area – ha spiegato ancora Osanna all'Ansa – verrà scavata e restituita al pubblico”. Da qui, lo stanziamento per il 2019 di due milioni di euro dai fondi ordinari del Parco, per le attività: “Uno per le indagini archeologiche e un altro per l'esproprio dei terreni sui quali si dovrà scavare. Nei nostri laboratori gli esperti stanno ripulendo e studiando i finimenti del cavallo e i frammenti della straordinaria sella, con paramenti in legno e bronzo”. Parlando dell'animale, Osanna ha spiegato che “il nobile sauro rappresenta una conferma alle nostre aspettative di ritrovamenti. Ce ne aspettiamo altri, di grande valore, in questa zona”. A ogni modo, come specificato ancora dall'Ansa, lo scavo che ha riportato alla luce la stalla con i resti dei cavalli, con tutti i suoi finimenti, non fa parte del Grande Progetto avviato con i fondi europei. Il luogo del ritrovamento è l'area suburbana a nord di Pompei, nei pressi di Via di Civita Giuliana.