Pompei amplia la sua offerta archeologica con l’apertura “nataliza” di quattro luoghi: il piccolo Lupanare, la casa di Obellio Firmo, la casa di Marco Lucrezio Frontone e, in più, lo scavo inedito di un ambiente totalmente occultato dal terreno. É terminato, infatti, il lavoro di messa in sicurezza della Regio V e IX previsti dal Grande Progetto Pompei: la soprintendenza archeologica – diretta dal professor Massimo Osanna – ha così restituito 50mila metri quadrati della città antica, Un’imponente opera di restauro che ha interessato le murature gli apparati decorativi, oltre a prevedere interventi su strade e marciapiedi, cancelli e coperture, dal centro al confine settentrionale della Pompei distrutta nel 79 d. C. dall’eruzione del Vesuvio. I vari luoghi saranno aperti al pubblico da mercoledì prossimo.
Inoltre, sempre previsto nel Grande Progetto Pompei, lo scorso 2 dicembre è stato avviato il percorso “Pompei per Tutti” destinato a persone disabili o con difficoltà di deambulazione o semplicemente a mamme con passeggini. “A Pompei non sono più i muri a crollare ma le barriere architettoniche” aveva dichiarato per l’occasione il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, prima di inaugurare il percorso facilitato. L’itinerario, lungo più di 3 km, parte dall’ingresso di Piazza Anfiteatri e si snoda fino a Porta Marina, facendo tappa nelle domus più importanti del sito.
I nuovi percorsi sono stati elaborati da una squadra di archeologi, architetti, ingegneri e restauratori che hanno diretto interventi integrativi nei tratti più critici grazie all’utilizzo di una pavimentazione resistente, l’impiego di materiali senza impatto e l’installazione di rampe di accesso removibili.