Parigi mette in mostra l’Art Noveau e lo fa attraverso il suo più opulento testimone, Gustav Klimt. La retrospettiva ruota attorno al tema centrale della corrente secessionista che nacque a Vienna e si diffuse in Europa proprio nella ricerca espressiva alternativa all’imponente personalità e influenza parigina. In Italia è giunto, con il nome di stile Liberty, grazie alla diffusione, nei magazzini londinesi di Arthur Liberty, di opere e tessuti, che ricalcavano il genere decorativo dell’Art Noveau.
Un momento artistico che coinvolse, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, non solo la pittura, ma anche il design, l’ architettura e l’ artigianato, con il chiaro di intento di rompere gli schemi accademici, con uso frequente di decorazioni floreali.Oltre alla famosa “Judith I” che Klimt dipinse nel 1901, è possibile ammirare una deliziosa anteprima per il pubblico, “Étude de femme sur un fond rouge”. Esposti anche i capolavori della Secessione, dell’avanguardia austriaca e con le prime opere di Egon Schiele e Oskar Kokoschka.
La mostra, organizzata da Alfred Weidinger e curata dal Museo Belvedere di Vienna, in collaborazione con Arthemisia Group e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, espone un totale di 195 opere, provenienti per la gran parte proprio dal museo austriaco ma arricchiti anche pezzi di collezioni private e gallerie d’arte. A testimoniare lo stile della corrente del Secessionismo sono presenti anche mobili di chiara tradizione artigianale e di design come quelli dell’architetto Adolf Loos, di cui, per esempio, trovano spazio in mostra alcuni pezzi provenienti dal suo appartamento-galleria di Praga. Oltre agli oggetti, anche una raccolta documentale della storia artistica dell’epoca a firma di Klimt e dei suoi fratelli Ernst e Georg che spesso offrirono il loro contributo artistico al pittore.