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Palermo ospita la mostra su “Cartier-Bresson Fotografo”

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Ha aperto al pubblico sabato scorso alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo la mostra “Henri Cartier-Bresson Fotografo, 140 scatti”, una grande esposizione promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo e organizzata da Civita in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson e Magnum Photos Parigi. È il secondo appuntamento palermitano con i grandi maestri della fotografia, dopo quello dedicato a Steve McCurry, chiuso con grande successo alla fine di febbraio di quest’anno.

Fino al 25 febbraio 2018, la mostra su Cartier-Bresson rappresenta un’occasione per immergersi nel mondo del grande Maestro per scoprire il carico di ricchezza di ogni sua immagine, testimonianza di un uomo consapevole, dal lucido pensiero, verso la realtà storica e sociologica.

Bresson (1908-2004)

“Per quanto riguarda la fotografia, non ci capisco nulla” diceva di sé l'artista considerato un pioniere del foto-giornalismo, tanto da meritare l'appellativo di “occhio del secolo”.  Eppure,  Cartier-Bresson non sviluppa neppure personalmente i propri scatti lasciandoli agli specialisti del settore e non apporta alcun miglioramento al negativo, come avviene oggi grazie al diffuso utilizzo del foto-ritocco, perché lo scatto deve rappresentare – nel suo pensiero – la realtà hic et nunc.

Per Cartier-Bresson – si legge nel comunicato stampa – la tecnica rappresenta solo un mezzo che non deve prevaricare e sconvolgere l’esperienza iniziale, reale momento in cui si decide il significato e la qualità di un’opera. Per tale motivo, non torna mai ad inquadrare le sue fotografie, non opera alcuna scelta, le accetta o le scarta. Nient’altro.

I suoi scatti colgono la contemporaneità delle cose e della vita. Le sue fotografie testimoniano la nitidezza e la precisione della sua percezione e l’ordine delle forme.
Egli compone geometricamente solo però nel breve istante tra la sorpresa e lo scatto. La composizione deriva da una percezione subitanea e afferrata al volo, priva di qualsiasi analisi. La composizione di Henri Cartier-Bresson è il riflesso che gli consente di cogliere appieno quel che viene offerto dalle cose esistenti, che non sempre e non da tutti vengono accolte, se non da un occhio disponibile come il suo.

Il curatore

“Per parlare di Henri Cartier-Bresson – afferma Denis Curti, curatore della mostra a Palermo – è bene tenere in vista la sua biografia. La sua esperienza in campo fotografico si fonde totalmente con la sua vita privata. Due episodi la dicono lunga sul personaggio: nel 1946 viene a sapere che il Moma di New York intende dedicargli una mostra “postuma”, credendolo morto in guerra e quando si mette in contatto con i curatori, per chiarire la situazione, con immensa ironia dedica oltre un anno alla preparazione dell'esposizione, inaugurata nel 1947. Sempre nello stesso anno fonda, insieme a Robert Capa , George Rodger , David Seymour , e William Vandivert la famosa agenzia Magnum Photos. Insomma, Cartier – Bresson è un fotografo destinato a restare immortale, capace di riscrivere il vocabolario della fotografia moderna e di influenzare intere generazioni di fotografi a venire”.

La mostra

La mostra Henri Cartier Bresson Fotografo è una selezione curata in origine dall’amico ed editore Robert Delpire e realizzata in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson, istituzione creata nel 2003 assieme alla moglie Martine Franck ed alla figlia Mélanie e che ha come scopo principale la raccolta delle sue opere e la creazione di uno spazio espositivo aperto ad altri artisti. L’allestimento attuale è curato da Denis Curti e Andrea Holzherr per conto di Magnum.

Obiettivo della rassegna è far conoscere e capire il modus operandi di Henri Cartier-Bresson, la sua ricerca del contatto con gli altri, nei luoghi e nelle situazioni più diverse, alla ricerca della sorpresa che rompe le nostre abitudini, la meraviglia che libererà le nostre menti, grazie alla fotocamera che ci aiuta ad essere pronti a coglierne e ad immortalarne il contenuto.

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Milena Castigli: