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PALAZZO PITTI, UNA MOSTRA PER CELEBRARE I 150 ANNI DI FIRENZE CAPITALE

Una mostra per celebrare i centocinquanta anni di Firenze Capitale. In una sola esposizione saranno riunite opere attualmente collocate in vari ambienti degli appartamenti Reali, presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti. La mostra è intitolata “Firenze Capitale 1865-2015 – I doni e le collezioni del Re” e si svolgerà dal 19 novembre 2015 al 3 aprile 2016. Gli spazi espositivi prescelti sono quelli del Salone da Ballo del Quartiere d’inverno e della Sala della musica, sale facenti parte dell’appartamento detto di “Sua Maestà il Re”, ora conosciuto come Appartamento della Duchessa d’Aosta, che sarà aperto al pubblico interamente per quest’occasione. La decisione di trasferire la capitale d’Italia da Torino a Firenze viene stabilita dal Protocollo allegato alla Convenzione firmata con la Francia il 15 settembre 1864.

Il 18 novembre del 1865 si insediava a Firenze il Parlamento: Vittorio Emanuele inaugurò la nona legislatura nel salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Le vie cittadine in cui si fece strada il corteo reale erano affollate nonostante la pioggia. Il cannone della Fortezza da Basso sparò un colpo quando il Re insieme ai suoi figli uscì da Palazzo Pitti, nuova residenza reale. Con questa cerimonia la capitale era ufficialmente inaugurata. Vittorio Emanuele II si impegnò a rendere Palazzo Pitti viva testimonianza dei suoi gusti in fatto di arredi, indirizzando i soggetti dei dipinti e delle sculture da lui commissionati.

La mostra è dedicata alle opere d’arte raccolte dal Re e poi donate al Palazzo. Fra queste i dipinti di celebri episodi storici, legati alla stirpe sabauda, come quello di Giuseppe Ciaranfi ispirato dall’Elemosina del Collare della SS. Annunziata e quello di Giuseppe Bellucci celebrativo della Firma del trattato di Bruzzolo e ancora i dipinti raffiguranti i protagonisti della cultura medievale e rinascimentale, sia letteraria che artistica, italiana. Saranno infatti esposti il marmo di Pio Fedi tratto dall’episodio dantesco di Nello e Pia de’ Tolomei, il quadro di Pietro Saltini che raffigura Francesco Petrarca che ritrae la sua amata Laura, Piccarda Donati fatta rapire dal convento di Santa Chiara dal fratello Corso di Raffaello Sorbi, Michelangelo Buonarroti declama le sue poesie a Vittoria Colonna di Francesco Vinea.

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