In mostra a Vulci la forza poetica e generatrice dei simboli. La scultura ceramica si confronta con il tema del simbolo, all’interno di uno spazio archeologico e di un ex-convento quattrocentesco.
Gli artisti: Luigi Belli, Giorgio Crisafi, Antonio Grieco, Mirna Manni, Riccardo Monachesi, Jasmine Pignatelli, Paolo Porelli, Alfonso Talotta, Paolo Torella, Mara van Wees
L’arte contemporanea nel cuore dell’antico. La mostra “Il Codice Vulci” porta le sculture in ceramica di 10 artisti contemporanei all’interno di due luoghi affascinanti: la Domus del Criptoportico, spazio sotterraneo di una dimora aristocratica romana risalente alla fine del II sec. a. C. all’interno del parco archeologico di Vulci, e l’ex-convento di San Francesco che ospita, a Canino, il Museo della Ricerca archeologica di Vulci. Questi spazi di antichità e memoria etrusca, romana e cristiana sono lo sfondo ideale per un dialogo tra il tempo, la storia e la scultura ceramica stessa, un luogo di confronto tra la simbologia del passato e il linguaggio dell’arte di oggi.
Simbologia etrusca e cristiana
Quadrato, triangolo, ovale, cerchio e croce sono i simboli, presenti nella civiltà etrusca e in quella cristiana, che gli artisti hanno scelto per rileggere e reinterpretare valori, speranze, slanci vitali e aspirazioni alla trascendenza degli uomini dell’antichità e di tutti i tempi. Un filo sottile e tenace collega il codice di simboli e segni rinvenuti nelle tombe etrusche con quelli contenuti nelle immagini della contemporaneità e su questo ideale legame si innesta la creatività artistica che sceglie di plasmare l’argilla, materia di sempre, rinnovandone l’emozione con un gesto presente.
L’evento è presentato dalla Fondazione Vulci con i Comuni di Canino e Montalto di Castro e con la collaborazione della Delegazione FAI Viterbo e della Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell’Etruria Meridionale e con il patrocinio della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo.
Gli artisti
Dieci gli artisti che aderiscono al progetto. Ognuno di loro è presente con un riferimento diverso sia nel Criptoportico che nell’ex-convento.
Luigi Belli sovrappone ossa e teschi in ceramica smaltata sul simbolo di una lastra quadrata e, in una teca, triangoli di cuori.. Giorgio Crisafi ispira al simbolo dell’uovo le impronte della sua storia personale e alla corona della croce la circolarità di vita e morte. Antonio Grieco costruisce una torre a triangolo e traccia un alfabeto di segni iscritti in due ovali. Mirna Manni apre un ovale nei suoi tre obelischi e compone una croce scandita da moduli come scatole infilzate da ferri. Riccardo Monachesi frammenta in tasselli l’emozione della scritta INRI della croce e celebra con i vasi a uovo, tutti uguali meno uno, lo stupore del miracolo della Maddalena. Jasmine Pignatelli scava l’uovo generatore e modula croci nello spazio, imprimendo alla ceramica la forza di un concetto. Paolo Porellicon figure antropomorfe grida la croce e mostra il cerchio del cielo. Alfonso Talottadipinge di colori i quadrati di terra e spacca con il vuoto di un triangolo la forma di un calice. Paolo Torella inserisce l’uovo-simbolo nel cerchio di ferro e nella croce di legno e fa vibrare le lamelle di un quadrato su cui attacca segni in ceramica di antichi simboli. Mara van Wees: evoca su un quadrato le profondità delle Vie Cave e gioca coi volumi dinamici di calici che si combinano a forma di croce.
Dal 08 Luglio 2017 al 10 Settembre 2017 a Montalto di Castro (Viterbo) presso la Domus del Criptoportico e l’Ex-convento di San Francesco, a Canino. Mostra curata da Gianna Besson.