Eravamo rimasti a 11 grotte. Ora sono 12 e ai meravigliosi reperti storici rinvenuti all’interno delle precedenti, potrebbero verosimilmente aggiungersi ulteriori frammenti di manoscritti antichissimi, i quali andrebbero a rimpinguare il già immenso patrimonio storico e letterario costituito dai cosiddetti Rotoli del Mar Morto. Un gruppo di archeologi dell’Università Ebraica di Gerusalemme e della Liberty University di Lynchburg (Usa), ha rinvenuto una nuova cavità naturale a Qumran, la dodicesima in grado di ospitare i famosi documenti, risalenti addirittura a prima della nascita di Cristo. Per il momento, i ricercatori hanno rinvenuto qualche frammento di coccio da vaso e alcuni resti di pergamena ancora da riempire, ma le premesse (e le tracce) per identificare questo luogo come quello giusto per rintracciare nuovi pezzi di manoscritti ci sono davvero tutte.
La storia dei Rotoli
Sono trascorsi più di sessant’anni dagli ultimi ritrovamenti effettuati nelle grotte poste nella zona a sud della città di Gerico, non lontano dalle sponde nordoccidentali del grande lago salato. Secondo quanto si racconta, la grotta 1 fu scoperta nel 1947 da un pastore locale il quale, inseguendo una delle sue capre, fece rotolare un sasso (come sua abitudine) all’interno di una cavità, rompendo un vaso. Da lì, numerose spedizioni hanno riportato alla luce frammenti di documenti antichissimi e di inestimabile valore, conservati in involucri di lino all’interno di giare di terracotta. In tutto, i Rotoli del Mar Morto si costituiscono di circa 900 manoscritti, su papiro o pergamena, scritti in aramaico, greco ed ebraico ed estremamente importanti a livello religioso oltre che storico, in quanto contenenti le più antiche copie dei testi biblici e alcuni commenti risalenti a più di 2000 anni fa.
La dodicesima grotta
L’affascinante sito delle grotte di Qumran continua da anni ad attirare l’attenzione degli archeologi, convinti di potervi rintracciare sempre nuovi elementi per decifrare in modo più chiaro la tradizione scritta dei testi sacri: “Finora è stata accettata la teoria che spiegava come i Rotoli si trovassero nelle canoniche 11 grotte – ha spiegato a “Time of Israel” il ricercatore Oren Gutfeld -, ma ora non c’è dubbio che questa possa essere la dodicesima”. A giocare un ruolo nella scomparsa dei reperti qui conservati, potrebbero essere state le operazioni di saccheggio messe in atto negli ultimi cinquant’anni, ipotesi che sarebbe confermata dal rinvenimento di un tunnel d’accesso alle caverne, il quale potrebbe essere stato usato dai beduini per accedervi, prelevando i Rotoli e rivendendoli sul mercato nero.
A ogni modo, la scoperta della dodicesima grotta potrebbe non solo aprire nuove prospettive negli studi sui manoscritti di Qumran, ma rappresenta già di per sé un importante elemento per proseguire le ricerche sul posto, considerando come vi siano ancora un notevole numero di grotte da esplorare: “Anche se abbiamo trovato per lo più vasi, resti e un pezzo di pergamena avvolto – ha concluso Gutfeld – i risultati ci indicano senza dubbio che nella nuova grotta c’erano alcuni rotoli, che sono stati probabilmente rubati”. Ora non resta che attendere nuove notizie, su una storia che affonda le sue millenarie radici nella desertica roccia della terra a nord del Mar Morto.