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Lutto nel mondo del Cinema: è morto Jerry Lewis

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Hollywood piange l’attore americano Jerry Lewis, deceduto nella serata di domenica 20 agosto 2017 all’età di 91 anni. A darne l’annuncio diversi media statunitensi, come Variety. Secondo le prime indiscrezioni, l’artista è morto per cause naturali. Considerato in assoluto il più grande attore comico del XX secolo, Jerry Lewis, grazie alla sua straordinaria mimica facciale e alla sua sbalorditiva genialità di intrattenitore, ha lasciato il segno nella storia del cinema.

Un parto difficile

Di origine ebraica, l’attore nacque nel 1926 a Newark, nel New Jersey. La madre Rachael è una pianista, mentre il padre Daniel è un cantante che non riuscirà mai a sfondare. Jerry, viene al mondo con un parto travagliato: i medici usano talmente tanto etere che il bimbo appena nato, rimane privo di sensi per oltre due giorni. I chirurghi proposero di intervenire con un’operazione all’encefalo; sarà la nonna materna, Sarah, ad opporsi fermamente a questa decisione. La sua determinazione sarà essenziale per la vita del piccolo. Lewis infatti, si sveglierà sano e salvo tra le braccia della donna, poco tempo dopo.

Un’infanzia travagliata

L’infanzia dell’attore è turbata dagli incessanti spostamenti dei genitori. Il padre, infatti, è in perenne ricerca di un ingaggio, ed è solito trasferirsi di città in città con la famiglia. Il piccolo Jerry non riesce a stringere nessuna amicizia a causa dei viaggi; trascorse il suo tempo con nonna Sarah, la quale diede al nipote tutto l’affetto e le attenzioni necessarie. Il giovane ricambiò tali premure improvvisando per l’anziana signora alcune gag. Ma questo non bastò a colmare il senso di solitudine che Lewis provava costantemente. Da ragazzo lavorò saltuariamente, dedicandosi a fare il “pagliaccio”. Il suo comportamento irrequieto emerse anche a scuola: in classe veniva continuamente ripreso dagli insegnanti a causa di un comportamento “troppo esuberante”. All’età di 13 anni, dopo aver causato un’esplosione nell’aula di chimica, venne espulso dal liceo per aver dato un pugno al preside, in risposta ad un’osservazione anti-semita da parte di quest’ultimo. Qualche giorno dopo sua nonna morì.

L’inizio della carriera

Daniel, messi da parte i sogni di gloria, trovò un impiego in un rinomato hotel gestito da ebrei. Divenuto in seguito uno dei soci dell’albergo, l’uomo fece assumere il figlio Jerry come facchino. Nelle pause di lavoro il 15enne si divertiva a rallegrare i colleghi con i sui numeri. Suo più fervido ammiratore diviene Irving Kaye, facchino di mezz’età che persuase il giovane a intraprendere la carriera nel mondo dello spettacolo. Infuriato per aver incoraggiato il figlio, Daniel, fece licenziare Kaye. Il ragazzo, tuttavia, non rinunciò ai suoi sogni e chiese ad Irving di diventare suo manager. I due lasciarono l’hotel e Kaye fece scritturare Jerry nei night club di Brooklyn: il talento del giovane non passò di certo inosservato, e ben presto venne ingaggiato nei maggiori teatri di varietà della East-Coast.

L’incontro con Patti Palmer

Nell’agosto del 1944, il comico diciottenne incontrò la cantante Patti Palmer, con cui convolerà a nozze nell’ottobre dello stesso anno e dalla quale avrà sei figli: Gary, Ronald, Scott, Christopher, Anthony e Joseph. Poco tempo dopo, in un famoso locale di New York, il Glass Hat, Jerry incontrò uno sconosciuto, in quegli anni, Dean Martin. Nel ’46 i due si esibirono per la prima volta insieme al Club 500 di Atlantic City: iniziò cosi un sodalizio storico che durerà 10 anni.

Alla conquista degli Usa

I loro show erano richiesti in tutti gli States, tanto che presto divennero i divi più contesi del panorama hollywoodiano. Girarono svariate film, come “La Mia Amica Irma” e “Attente ai Marinai”. Gli Stati Uniti caddero ai loro piedi; grazie al duo, gli Usa del dopoguerra tornarono nuovamente a sorridere. Jerry ha trovato in Dean quell’amico speciale che ha desiderato da tutta una vita. Col passare del tempo, i dirigenti della Paramount Pictures si accorsero che la popolarità della coppia è dovuta principalmente alla geniale comicità di Lewis. Così nel 1956, la casa di produzione mise fine a quell’unione che diede vita a centinaia di spettacoli e a ben 16 lungometraggi.

Il re di Hollywood

Attore, musicista, mattatore, cineasta. Jerry divenne re di Hollywood. All’apice della carriera, il comico girò nel 1960 il suo progetto più ambizioso: “Il Cenerentolo”, di Frank Tashlin. Durante le riprese, l’attore venne colto da un malore ma poche settimane più tardi, tornò di nuovo sul set. Le parodie, gli sketch e leggendarie cadute, hanno fatto scuola. Nel ’61, diresse e interpretò “L’idolo delle Donne”. Nel corso delle registrazioni, la star della Paramount rivoluzionò il mondo della cinematografia, ideando un prototipo di videocamera oggi conosciuto come video-assist. Nel ’63 diede vita a quello che è considerato tutt’ora il suo più grande capolavoro: “Le Folli Notti del Dottor Jerryl”.

Un attore “incompleto”

Nonostante la fama, l’amore e il denaro, l’attore non si sentirà mai completo, a causa della disapprovazione del padre, troppo invidioso del suo successo. Nulla, paragonato ai tanti problemi di salute che iniziarono concretamente nel ’65 e che lo accompagnarono fino alla fine della sua vita. In quell’anno, per eseguire una delle sue cadute, Jerry si scheggiò una vertebra. Questo incidente gli causò dei gravi danni all’apparato scheletrico, procurandogli un dolore interminabile alla schiena, e una sofferenza lunga 37 anni. Più volte valutò il suicidio. Fortunatamente, mediante un’intervento di neurostimolazione, il divo tornò nuovamente a sorridere.

Un grande carattere

Anche se dalla metà degli anni sessanta ad oggi, le sue condizioni sono state pressoché precarie (i problemi cardiaci, il diabete, la fibrosi polmonare….), Lewis, ha sempre potuto contare sulla sua grande forza di carattere e nel sostegno della seconda moglie, la ballerina SanDee Pitnick. Divorziato nel 1980 da Patti, Jerry sposò SanDee tre anni dopo: i due ebbero una figlia, Danielle Sarah, nata nel 1992, chiamata cosi, in onore del padre e della nonna dell’attore.

Professore e benefattore

Il comico è stato anche professore di cinema all’Università della California: tra i suoi studenti c’erano Steven Spielberg e George Lucas. Sarà ricordato anche per il suo nobile impegno nel campo della solidarietà: è l’ideatore del Telethon a favore dell’Associazione per la Distrofia Muscolare, iniziativa che gli è valsa, nel 1977, una nomination al premio Nobel per la Pace.

Edith Driscoll: