L’Italia ha ancora il suo fascino, tanto che è ancora uno dei luoghi più visitati, il quinto al mondo, ma riesce ad attrarre poco più della metà dei turisti diretti in Francia, pur avendo circa il 25% in più di siti patrimonio dell’Unesco. Secondo quanto emerge dal Rapporto Italia 2015 dell’ Eurispes, il comparto alberghiero rappresenta uno dei principali motori della nostra economia, fornendo nel 2013 un contributo stimato in 159,6 miliardi di euro e il comparto turistico riveste un impatto notevole anche in termini occupazionali, con oltre 2,6 milioni di posti direttamente e indirettamente generati nel 2013, pari all’11,6% dell’occupazione totale del Paese.
La nostra terra possiede un patrimonio artistico, naturalistico e enogastronomico straordinario, il Made in Italy è popolare e apprezzato in tutto il globo ma purtroppo questo enorme potenziale non si traduce necessariamente in uno sviluppo dell’attività turistica, o per lo meno non nella misura in cui sarebbe auspicabile. Per la Commissione europea il turismo rappresenta la terza maggiore attività socioeconomica dell’Ue. Abbiamo più siti Unesco di chiunque altro su tutto il pianeta, e siamo nelle posizioni di testa delle classifiche del “Country Brand Index 2012-2013” che ha studiato i “brand-Paese” di 118 nazioni accertando che il “marchio Italia” tra i potenziali consumatori è primo per il cibo, per attrazioni culturali e terzo per lo shopping, insomma potremmo dire nei primi posti dei sogni di viaggi che gli stranieri vorrebbero fare. Veniamo da una storia che nel 1979, rivendicava il ministro del Turismo di allora, Marcello di Falco, ci vedeva “secondi al mondo per attrezzatura ricettiva, primi per presenze estere, primi per incassi turistici, primi per saldo valutario”.
La Francia che spende 27 milioni di euro in promozione, è maestra nel valorizzare le proprie ricchezze: vini e formaggi, centri storici e mercatini; anche il villaggio più banale della Provenza viene raccontato su Internet come una meraviglia di colori, profumi e cultura. Da noi i turisti vengono, meno numerosi però di quelli che ogni anno visitano Francia o anche la Spagna. La Francia non ha le nostre montagne, ha solo una porzione dell’arco alpino e per di più esposta a nord, che non è il massimo. La Spagna ha delle belle spiagge, ma che non sono paragonabili con le nostre né per la quantità né per la qualità, per non parlare appunto delle nostre città d’arte, delle nostre campagne, dei laghi, della nostra cucina, poi, che lascia indietro quella francese e tutte quelle europee.
Forse appunto il nostro paese negli ultimi anni ha difficoltà a valorizzare le nostre peculiarità, o forse non esiste più una vera e propria “cultura del turismo”.