Distrugge ritualmente con il fuoco un libro e ne raccoglie con attenzione e devozione le ceneri per poi conservarle in un prezioso reliquiario in vetro soffiato. Così l’artista Antonio Riello, eclettico, controverso, trasversale e multidisciplinare, dichiara il suo amore per i libri nell’esposizione “Libricida”. Ogni reliquario, in genere un calice, è unico e specifico per ogni libro e ne riporta titolo, autore, data e luogo di prima pubblicazione e data e luogo di distruzione.
Prima di procedere alla distruzione fisica del libro, le pagine vengono salvate digitalmente tramite uno scanner, così da conservarne intatta l’ “anima”. “Sono stato prima bibliofilo e poi bibliomane e molto spesso le mie visioni artistiche hanno avuto come sorgente le mie disordinate e appassionate letture – spiega l’artista -. Il pensiero che un giorno i miei amatissimi libri possano finire su qualche bancarella del mercato o peggio in qualche umida cantina, divorati dai tarli, mi ha fatto iniziare qualche anno fa questo progetto al fine di salvare, almeno una parte della mia biblioteca, dagli inevitabili insulti, sempre crudeli, del tempo. In fondo la tecnologia attuale ha reso la materialità del libro, per quanto piacevole, sempre meno necessaria. Questo mio doloroso distruggerne i corpi, salvaguardandone comunque l’anima, non fa altro che rendere artisticamente visibile questo stato di cose”.
La forma dei reliquiari risponde a suggestioni personali dell’artista; di conseguenza troviamo in un calice elicoidale l’ “Ulysses” di James Joyce – Paris 1922, Bassano 2012 e in un calice di forma più classica il “De Pricipatibus” di Niccolo’ Machiavelli – Firenze 1532, Bassano 2012. Tutti libri che sono stati letti dall’artista e che hanno lasciato un segno profondo nella sua formazione. In tutto sono esposti circa 80 calici che vanno dalla grande letteratura classica, come ad esempio Kafka o Wilde, alla filosofia, con opere di Russel e Voltaire, fino a fumetti, enciclopedie, libri di fantascienza e alcuni manuali di cucina.
Pensata per il Salone del Libro di Torino, che si apre il 14 maggio, e anticipata per motivi tecnici, la mostra, che resterà aperta fino al 29 maggio alla Galleria Paolo Tonin Arte Contemporanea di Torino, tramite un gesto di vera e propria crudeltà culturale, fa riflettere. La distruzione di libri mediante il fuoco che Riello, rifacendosi al lessico giuridico e alla cronaca nera chiama “libricidio”, è per l’artista un “un gesto assolutamente amoroso ed affettuoso”.