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La vera storia di Cristalda e Pizzomunno cantata da Gazzé

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Fosse anche per cent’anni ti aspetterò”. E’ il ritornello della canzone “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”, brano portato sul palco del Festival di Sanremo da Max Gazzé. Una storia d’amore nata sulle coste del Gargano, in Puglia, che narra le tragiche vicende di due giovani innamorati. Ma chi erano Cristalda e Pizzomunno?

La leggenda

Pizzomunno, secondo la leggenda, era uno dei pescatori più belli di Vieste. Tutte le ragazze del borgo lo amavano e cercavano in tutti modi di farsi notare. Ma il suo cuore batteva solo per Cristialda, una giovane ragazza dai lunghi capelli biondi, sua compaesana. Anche lei, come il pescatore, era la più corteggiata. Il loro era un amore puro, che procedeva tra il lavoro di lui in mare e le lunghe attese di lei, sulla spiaggia. Al ritorno del suo amato, Cristalda gioiva come la prima volta nel vederlo tornare. Ma Pizzomunno, nel suo vagare per mare, s’imbatteva nelle sirene, esseri mitologici che vivevano nelle profondità degli abissi. Queste creature, metà pesce e metà donne, provavano infinita gioia nel sedurre gli uomini con il loro canto, fino a stregarli e a ucciderli trascinandoli nelle profondità del mare.

Il giovane pescatore divenne da subito una preda: ogni giorno cercavano d’incatenarlo con i loro canti e le loro lussuriose lusinghe, promettendogli ogni sorta di felicità. Ma l’amore per Cristalda era talmente forte che mai, nemmeno per un attimo, Pizzomuno ha ceduto alle lusinghe delle sirene. Esse, ferite nell’orgoglio, tramarono una terribile vendetta: di ritorno dal mare, mentre Pizzomunno abbracciava la sua amata, le sirene uscirono dalle acque, presero la bella giovane e la trascinarono per sempre negli oscuri abissi dell’Adriatico, incatenandola al fondale.

La rabbia e l’ira travolsero Pizzomunno, “fermandolo per sempre”. Si trasformò in un maestoso monolite “di bianco calcare vestito”. Da quel giorno attende sulla spiaggia di Vieste il ritorno di Cristalda: “Ti aspetterò. Fosse anche per cent’anni aspetterò”. Una volta ogni cento anni, infatti, Pizzomunno può rivedere la sua Cristalda, che solo per una notte, in estate, riemerge dal mare. I due giovani possono amarsi per tutta la notte, fino all’alba, un’alba che segna l’inizio di un nuovo conto alla rovescia prima di potersi riabbracciare. Tra altri cent’anni.

Gaetano Paciello: