Dall'11 al 23 dicembre 2018, al Teatro dell’Elfo di Milano, tra prosa e musica si racconta la Storia del XX secolo con “Destinatario Sconosciuto”, di Katherine Kressmann-Taylor adattamento e regia di Rosario Tedesco. Con Nicola Bortolotti e Rosario Tedesco, l'opra si avvale della partecipazione del Coro “F. Gaffurio” del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, diretto dal Maestro Edoardo Cazzaniga.
Il romanzo di Katherine Kressmann-Taylor – tradotto da Ada Arduini – scritto nel 1938 in forma di racconto epistolare, adattato per il teatro da Tedesco, esalta il sottile gioco psicologico che spinge ad un punto di non ritorno l’amicizia tra due uomini, smascherandone alla luce della Storia, ipocrisie e meschinità.
“Fin dall’inizio ho scelto di descrivere, accompagnare, attraversare questo percorso di rovine, questa discesa ad inferos, con la musica”, spiega Rosario Tedesco. “La Storia raccontata in Musica è un tema che ho provato a declinare rendendo il progetto Destinatario Sconosciuto non una semplice messa in scena, ma un esperimento di condivisione con le realtà che abbiamo voluto coinvolgere in ogni città. Comunità diverse che hanno interagito con il testo e con la selezione dei brani, interpretandoli, attribuendo nuovi significati, mettendo in luce toni e sfumature che legano e sciolgono tutti i nodi della Storia, quella privata di Max e Martin, e quella del nostro Ventesimo secolo che non accenna a smettere di essere contemporaneo”.
Intendere il lavoro in termini collaborativi ha portato a una costante evoluzione del progetto stesso, e la ricerca di partner per la componente musicale ha fatto comprendere meglio l’importanza di legare intorno allo spettacolo vere e proprie comunità, intrecciando esperienze di istituzioni e presenze culturali cittadine che spesso si sono ritrovate insieme per la prima volta.
La trama
Martin (Nicola Bortolotti) e Max (Rosario Tedesco), amici e soci in affari, vivono negli Stati Uniti. Max è ebreo, Martin è un gentile. Nel 1932, Martin ritorna in Germania e partecipa alla ricostruzione postbellica della patria. In principio dubbioso, finisce con il subire il fascino della propaganda nazista. Max, invece, resta in America, lontano dagli eventi, esule. Il loro carteggio rivela il senso profondo dei cambiamenti che di lì a poco sconvolgeranno l’Europa intera. La lontananza, dapprima solo geografica, presto rende tangibile un’estraneità più profonda, e le parole si fanno armi letali. Una partita a scacchi con il passo del thriller, che riserva come epilogo un sinistro scacco matto.