Apre oggi la mostra “Omaggio alla pittura Rupestre”. Allestita al Castello San Giorgio di La Spezia sotto la curatela di Marzia Ratti, è nata dal progetto di collaborazione di Andrea Benetti col Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna e col Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara (Archeologia della Preistoria). Gli enti promotori sono: il Comune della Città della Spezia, i Servizi Culturali del Comune della Spezia, il Museo del Castello di San Giorgio, il Consorzio Il Cigno e l’Associazione Culturale Italian Art Promotion.
“Il progetto – si legge nel comunicato stampa – è costituito da una mostra di arte Neorupestre di Andrea Benetti, ispirata alle origini della pittura, nata a partire da 40.000 anni fa nelle caverne di tutto il mondo. La mostra è composta da sette disegni su carta di Montesanto, da sette opere su tela e da una installazione di videoarte.
La vera novità artistica del progetto consiste nella esposizione di opere realizzate utilizzando residui del lavaggio di reperti archeologici, dall’ocra, dal carbone e dal terriccio del Paleolitico proveniente dagli scavi archeologici della grotta di Fumane, situata in provincia di Verona. Le opere sono create su tela pittorica, con l’utilizzo di fondo gesso e polvere di travertino, per rendere la superficie increspata e simile alla roccia. Il materiale preistorico col quale è pigmentata la tela è stato fornito dai ricercatori dell’Università di Ferrara.
Oltre alle opere realizzate su tela, saranno esposti i disegni Neorupestri, appartenenti ad una collezione di opere create su una particolare carta prodotta artigianalmente da Andrea Benetti, che necessita di una lunga e complessa lavorazione. L’ispirazione di fondo, che anima il progetto “Omaggio alla pittura Rupestre”, nasce dalla ricerca creativa e dall’intuizione dell’artista bolognese, che focalizza la propria attenzione sull’odierno modo di comunicare, basato sull’esasperata stilizzazione delle immagini. Egli, infatti, evidenzia come i più diffusi mezzi di comunicazione in uso su scala mondiale, interagiscano con l’essere umano attraverso un’iconografia che è percepita mediante la connessione coi nostri due principali sensi: la vista e l’udito.
Nell’Era del digitale e di internet, mezzi come gli smartphone, i tablet, i computer di ogni genere sono ormai strumenti di fruizione di massa, coi quali percepiamo e trasmettiamo la realtà, o l’illusione di essa, proprio attraverso quei due sensi, riavvicinando il nostro modo di comunicare all’arte della Preistoria, che si basava su simboli ed icone, che si ripetevano talvolta ossessivamente nelle caverne, attraverso la pittura Rupestre.
Andrea Benetti parte dal concetto che proprio in quella pittura, seppure in maniera inconscia, l’homo sapiens aveva già delineato le future vie delle arti visive: ovvero il figurativo, l’astrattismo, il simbolismo ed il concettuale. Successivamente, nel corso dei secoli, fino ad arrivare ai nostri giorni – conclude il comunicato – l’uomo ha soltanto rielaborato ed affinato i concetti, che erano già presenti nella loro fase embrionale nelle opere artistica dell’uomo primitivo”. La mostra sarà visitabile fino al prossimo 7 settembre; l’ingresso è gratuito.