Salvate dalle macerie, estratte dai detriti del loro antico scrigno, le opere della Cattedrale di San Benedetto, a Norcia, assieme a quelle provenienti dagli altri centri religiosi norcini così duramente colpiti dal terremoto dello scorso ottobre (come la Concattedrale di Santa Maria Argentea), sono pronte per tornare a dar mostra di sé, pur lontano dalla loro precedente dimora, devastata dalla dilaniante forza del sisma. Dal 23 dicembre fino al 29 ottobre, quando ricorrerà esattamente un anno dalla tragedia che ha devastato il centro storico della città umbra, le opere d’arte risparmiate dai crolli e salvate dai responsabili della Protezione civile, dei Carabinieri, dei Vigili del fuoco e della Soprintendenza archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, verranno custodite nella cripta del Duomo di Siena, nell’ambito di un’esposizione intitolata “La Bellezza ferita. Norcia, Earth Heart Art Quake”.
Una bellezza ferita sì, ma non distrutta e pronta a restituire una speranza di rinascita dopo il disastro che, in quella mattina del 30 ottobre, pur non provocando vittime, rase quasi completamente al suolo la bellissima Basilica dedicata al fondatore dell’Ordine benedettino, privando la città di Norcia di uno dei suoi emblemi identitari. O meglio, quasi privando perché, pur gravemente danneggiato, l’edificio non è stato interamente distrutto e, i tesori artistici conservati al suo interno, sono sopravvissuti grazie all’impegnativo lavoro di recupero prima e restauro poi. Un’operazione fondamentale, che ha di fatto permesso la realizzazione di una mostra che, certamente, punta a mettere in evidenza la drammaticità del terremoto e delle sue conseguenze sulle vite degli uomini e sul loro operato storico, ma anche sul preziosissimo e complicato lavoro dei restauratori.
Un focus ambivalente, incentrato sia sugli effetti tangibili del dramma che sull’opera svolta per la preservazione dell’identità culturale superstite, in un percorso espositivo unico ma da percorrere su differenti binari interpretativi, entrambi, a ogni modo, volti alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle tematiche in oggetto. Certamente, le immagini della devastazione e dei resti sgretolati di un passato storico fondante, contribuiscono a una piena presa di coscienza degli sconvolgenti effetti dei cataclismi naturali ma, di rimando, le proiezioni di video e l’esposizione di fotografie (come previsto dalla retrospettiva) dei lavori di recupero e risanamento delle opere artistiche, sono altrettanto necessarie, in quanto ben esemplificano l’importante e difficile lavoro richiesto per salvarle e, nondimeno, per restituirle assieme al loro imprescindibile valore.
L’appuntamento è dunque a Siena, città dalla lunga tradizione culturale e patria del santo Bernardo Tolomei, fondatore, sull’esempio di Benedetto da Norcia, della congregazione benedettina di Santa Maria del Monte Oliveteo. Il progetto, realizzato dall’Arcidiocesi di Norcia-Spoleto, che lo ha fortemente desiderato, in collaborazione con la Soprintendenza dell’Umbria, è promosso dall’Ufficio Beni culturali dell’Arcidiocesi e dall’Opera della Metropolitana di Siena, mentre godrà del sostegno del Comune del centro umbro e dell’Abbazia di San Miniato al Monte. L’organizzazione è affidata a Opera-Civita.