Sarà l’Arabia Saudita il paese ospite del Salone del Libro di Torino 2016. L’annuncio è stato dato oggi del presidente della Fondazione Salone del Libro, Rolando Picchioni, e l’addetto culturale saudita, Fahad Hamad Almaghlooth. Già da ieri sera, il fondatore del Salone del libro di Torino, Angelo Pezzana, con sarcasmo, aveva detto: “L’Arabia Saudita ospite dell’edizione 2016? Ottima idea. Così tutti potranno conoscere da vicino il codice civile di quel Paese”. Prosegue poi dicendo che “è per questo motivo che sarebbe istruttivo far conoscere da vicino anche al pubblico italiano qual è la vita quotidiana in Arabia Saudita. Suggerirei di proseguire con l’Iran e con la Turchia”.
Tutti gli aspetti tecnici sono ancora da definire; il paese ospite del Salone del Libro di Torino occupa un posto di rilievo, oltre che di prestigio, all’interno del Lingotto. Non solo fisicamente, con uno stand molto ampio e innovativo (per quello del prossimo anno si pensa ad uno spazio di oltre 300 mq) ma anche culturalmente, diventando il cuore dell’intera esposizione torinese e il fulcro di vari eventi e attività che mirano ad approfondirne la cultura e la produzione letteraria.
La scelta è l’inizio di un nuovo percorso, la “Via della Seta, sulle tracce di Marco Polo”, un’iniziativa che metterà in risalto la cultura dei paesi asiatici. All’Arabia, infatti, seguiranno altri stati come l’Azerbaijan e il Kazakhistan. Secondo Picchioni “Il Salone non può e non vuole fare l’esame del dna ai Paesi ospiti. In quel caso cesseremmo rapidamente di essere luogo e occasione di incontro e scambio tra culture”. Dando un posto di rilievo ad un paese orientale si favorisce l’incontro tra la cultura europea ed asiatica, rendendo così l’incontro tra occidente e Medioriente una palestra delle idee.