Ultimi due film nel concorso Venezia 76: Waitingh far The Barbarians e La mafia non é più quella di una volta, rispettivamente del colombiano Ciro Guerra e del nostrano Franco Maresco. Tanto è dirompente il film di Maresco, tanto è riflessivo e quieto il secondo.
La riflessività
Tratto dal romanzo di J. M. Coetzee, che è anche sceneggiatore del film, del 1980, ma con adattamenti certi tratti dal romanzo di Dino Buzzati Il deserto dei tartari e dall’omonimo film di Valerio Zurlini, che qui diviene Il deserto dei barbari. Tutto è ambientato in una immaginaria fortezza al confine con l’Estremo oriente dove si pensa che vivano popolazioni barbare pronte a innescare micce di una improbabile guerra. Il protagonista é un magistrato del quale il regista ci mostra la parte psicologica con estrema cura. Un uomo pacato che sa con certezza che l’idea di un popolo barbaro pronto ad attaccare è frutto delle paure insite nel potere. Matrice del razzismo contemporaneo è impressionante notare quanto il film risulti ancora attuale. Pur non essendo un capolavoro il film sa creare atmosfere che ben si inseriscono negli spazi e nei luoghi dove vengono ambientate e con un sapore intimista che certo non é per tutti i gusti.
La dirompenza
Il film di Maresco é invece dirompente, definito un ritratto tragicomico della Sicilia dove il regista é stato capace di cogliere l’anima di un popolo connotando l’opera di colori e simboli tipici di questa terra. In questi luoghi il ricordo di eroi come Falcone e Borsellino viene ribaltato e traviato. Si cerca di dare memoria a questi personaggi che hanno segnato la storia contemporanea, eppure lo si fa con uno spirito quasi grottesco e surreale. Maresco gira fra i vicoli e scruta nei volti, seguendo le vicende di Ciccio Mirra, imprenditore e organizzatore di eventi che, in questo caso si sta occupando di una manifestazione dedicata ai due grandi magistrati uccisi dalla mafia.
Prepara la festa nel quartiere ZEN, “il Bronx di Palermo”, come lo definisce lo stesso regista nel film. In contemporanea Maresco segue anche le vicende della fotografa Letizia Battaglia, da decenni impegnata su, fronte della lotta alla mafia, prima con i suoi servizi fotografici e poi in politica. Due modalità totalmente opposte di lottare. Imprenditoriale la prima, appassionata la seconda. Distribuito da Cinecittà luce il film arriverà nelle sale il 12 settembre e va,è veramente la pena di andare a vederlo per assaporare il gusto di una commedia all’italiana e osservare le nostre incongruenze seduti sulla sedia di un cinema.