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“JANELLO TORRIANI. GENIO DEL RINASCIMENTO”, LA MOSTRA AL MUSEO DEL VIOLINO DI CREMONA

Con il titolo “Janello Torriani. Genio del Rinascimento”, apre in settembre la mostra per riscoprire un genio del Rinascimento, quello di Torriani, ideatore di meravigliosi automi e sofisticati meccanismi. L’esposizione sarà allestita dal 10 settembre 2016 al 29 gennaio 2017 a Cremona presso il Museo del Violino. A promuoverla sono: il Comune di Cremona, Fundación Juanelo Turriano, Fondazione Arvedi Buschini e Unomedia. La curatela è del ricercatore Cristiano Zanetti e di Cinzia Galli, conservatrice del Museo di Storia Naturale del Comune di Cremona.

Il nome di Janello Torriani (o Gianello della Torre; Cremona, 1500 circa – Toledo, 13 giugno 1585) è oggi quasi sconosciuto, anche se in vita era spesso affiancato a quello di Archimede. Egli – riporta il comunicato stampa – riuscì ad affascinare i due più potenti Sovrani del suo tempo, Carlo V d’Asburgo (che fu Re di Spagna, Re di Sicilia, Re di Sardegna, Imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Napoli e Duca di Borgogna) e suo figlio Filippo II, che lo vollero al loro fianco, considerandolo un genio come per noi oggi è Leonardo da Vinci.

Ma, a differenza di Leonardo, Janello Torriani non sapeva dipingere, era uomo rozzo e tutt’altro che nobile, eppure le sue grosse mani da fabbro sapevano creare meraviglie che tutta l’Europa ambiva: meccanismi sofisticatissimi, gestiti da combinazioni meccaniche elaborate che a noi oggi sono garantite dalla tecnologia più avanzata.

Dalla sua mente e dalle sue mani uscivano orologi perfetti, nelle loro decine di funzioni, e bellissimi. Meravigliosi automi che suscitavano l’ammirazione e lo stupore delle Corti. Fu lui a elaborare le applicazioni della sospensione cardanica tutt’ora di uso quotidiano, ma che prese il nome da un altro, il Cardano appunto.

Quando sia nato nessuno lo può dire con certezza, si suppone verso il 1500. La leggenda racconta l’evento che si verificò nel preciso istante in cui Janello veniva alla luce: un fulmine squarciò il cielo per scaricarsi sull’orologio del Torrazzo. Come a presagire che quel neonato sarebbe stato indissolubilmente collegato al funzionamento degli orologi. A quel tempo era mitico l’Astrario di Giovanni Dondi, ma il Torriani, su commissione di Carlo V, costruì il più complesso orologio planetario della storia mosso da circa 1800 componenti meccaniche chiamato Microcosmo. Fu infatti lui ad inventare la prima fresatrice per la costruzione delle ruote dentate. L’impresa richiese più di vent’anni per la progettazione e tre per la costruzione.

Non si tirava indietro davanti a nessuna sfida, neppure a ciò che pareva a tutti impossibile, come il sollevare le acque del Tago sino alla sommità dell’Alcazar di Toledo. Costruì infatti per il Re di Spagna la prima macchina ciclopica della storia che elevava acqua per cento metri di altezza (quasi come il Torrazzo di Cremona) portando 18 mila litri di acqua al giorno al castello reale lungo un percorso di 300 metri. La fama di Torriani lo portò a partecipare alla riforma gregoriana del calendario: nessuno come lui conosceva la perfezione del tempo. Il sito ufficiale della mostra è consultabile presso l’indirizzo http://www.mostratorriani.it.

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