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Italia, Paese di collezionisti d’arte: il 77% vive al nord

L’Italia è un Paese che ama l’arte. E lo dimostra il report pubblicato dal blog “Collezione da Tiffany” (il primo sito internet dedicato al settore). Dal report emerge l’identikit del collezionista del Bel Paese: risiede prevalentemente al Nord (77%), ha un’età media di circa 60 anni (43%), predilige la pittura rispetto ad altre espressioni artistiche (32%), acquista circa 5 opere l’anno (71%) e lo fa prevalentemente per passione (61%) in particolare nelle gallerie e nelle fiere dedicate.

La maggioranza di loro opera nel settore dei servizi (64%) e nel 39% dei casi si tratta di collezionisti italiani di prima generazione. Inoltre, il 67% delle collezioni sono iniziate tra la metà degli anni ’90 e il 2010. Di queste collezioni, il 50% comprende tra le 11 e le 50 opere. Più diffuse le opere d’arte pittoriche (32%), seguite da scultura
(18%) e fotografia (15%). I collezionisti italiani visitano almeno 3 fiere all’anno e acquistano principalmente in gallerie d’arte (32%), nelle aste (21%) o in fiera (18%). Secondo il report, fiere, aste e web sono i canali che maggiormente li influenzano nelle loro scelte. In media, il 71% dei collezionisti italiani compra circa 5 opere all’anno.

Secondo l’Art Collector Report realizzato nel 2014 da Larry’s List, di fatto l’unico studio globale sul collezionismo ad oggi disponibile, sono circa 10.000 i collezionisti d’arte contemporanea attualmente in attività nel mondo. E l’Europa, in questo particolare settore delle attività umane, detiene il primato, “ospitando” il 38% dei collezionisti di arte contemporanea del mondo. Seguono il Nord America (28%) e l’Asia (18%). Come si capisce già a prima vista i dati appena riportati ci danno una visione inevitabilmente parziale di un fenomeno globale che sicuramente ha dimensioni maggiori.

Un limite, quello dichiarato anche dai ricercatori che hanno realizzato il Rapporto, dovuto al fatto che si riescono a censire solo i collezionisti “visibili”, i cui nomi si legano a musei privati, a donazioni o qualunque altra attività pubblica. Il “lato invisibile” di questo mondo è, invece, difficilmente indagabile. Seppur parziale, però, la fotografia che ci consegna l’Art Collector Report è certamente interessante. In particolare quando ci dice che in Italia risiede il 3% dei collezionisti mondiali di arte contemporanea. Percentuale che, al netto di ogni approssimazione, ci colloca al 9° posto nel mondo e, soprattutto, ci pone di fronte ad un popolo di circa 150 collezionisti italiani la cui visibilità supera i confini nazionali.

Tra i quali spiccano i nomi che, annualmente, vengono inseriti nelle classifiche dedicate ai Top Collectors: Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, la coppia Miuccia Prada / Patrizio Bertelli, Valeria Napoleone, la Famiglia Maramotti o Ginevra Elkann. Tanto per citarne alcuni. A questi 150, seguendo il ragionamento degli autori del Report, dovremmo aggiungerne almeno altrettanti, portando la cifra a circa 300 per quanto riguarda i collezionisti italiani d’arte contemporanea in possesso di raccolte importanti.

“Da qui – si spiega nel blog – un primo report sul collezionismo italiano. Una realtà ancora poco indagata, se non attraverso le singole esperienze dei collezionisti che dalla dimensione privata si sono lanciati verso quella pubblica. Ad esempio quelli che intervistati dalle riviste di settore, che prendono parte ai talk nelle fiere o agli incontri organizzati periodicamente da varie istituzioni pubbliche e private. E che, a guardar bene, sono un po’ sempre gli stessi. Il report riguarda un campione di 200 collezionisti che, pur non essendo statisticamente rilevante (ma non conoscendo il numero totale dei nostri collezionisti non poteva essere altrimenti), ci consegna ugualmente un’immagine abbastanza realistica di quello che è oggi il collezionismo italiano di arte moderna e contemporanea. L’indagine, non prende in considerazione, tuttavia, coloro che acquistano arte senza avere l’intenzione di mettere insieme una collezione“.

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