Dopo il grande successo a Parigi è tornato alla Scala di Milano “Giselle”, che sarà in scena fino al 17 aprile. Il balletto romantico per eccellenza continua ad attrarre il pubblico sia italiano che internazionale: non è un caso che il Corpo di Ballo scaligero abbia ottenuto grandi riscontri anche nel corso delle tournèe in Oman, Brasile, Hong Kong, e che sia stato salutato con entusiasmo dal pubblico francese e ottime recensioni per i solisti e per tutta la compagnia, a tredici anni dalla precedente trasferta.
I dodici spettacoli previsti ad aprile vedranno e hanno visto importanti ritorni e altrettante novità: ad aprire le recite sono stati gli amatissimi Svetlana Zakharova e Roberto Bolle, in scena anche il 4,7 e 9. Un’inedita coppia per la Scala invece il 10 e l’11, con Natalia Osipova, che mai aveva interpretato qui Giselle, che ha come parnter Sergei Poulonin, già principal del Royal Ballet e attualmente del teatro Stanislavskij-Nemirovic-Dancenko di Mosca e del Teatro d’Opera e Balletto di Novosibirsk. I debutti proseguono anche nelle sere del 12 e 16 aprile: prima scaligera per Maria Eichwald, applaudita pochi mesi fa nello Schiaccianoci, che avrà accanto Claudio Coviello. Nel ruolo di Myrtha saranno Nicoletta Manni, Virna Toppi, Alessandra Vassallo e in debutto Antonina Chapkina. Il guardiacaccia Hilarion è impersonato da Mick Zeni, Alessandro Grillo, Marco Agostino, Massimo Garon e Christian Fagetti.
Considerato come il simbolo del balletto classico e romantico Giselle nacque dall’idea di Théophile Gautier, un romanziere francese, e venne poi musicato, non appena il libretto fu finito, da Adolphe-Charles Adam, uno tra i più celebri compositori di musiche per balletto. La coreografia fu affidata a Jean Coralli, anche se i passi dei primi ballerini erano stati curati da Jules Perrot. Il balletto si compone in due atti: il primo riguarda la vicenda di Giselle che culmina nella sua morte; il secondo atto invece riguarda la leggenda delle Villi, spiriti della tradizione slava, e l’amore di Giselle per Albrecht che culmina nella volontà di salvargli la vita, anche se questo è stato la principale causa della sua morte.