Oltre alle specie animali a rischio, ci sono anche i parchi. Come quello archeologico di Sibari, in Calabria, danneggiato da un’alluvione del 2013 e mal tenuto. Così è intervenuta l’associazione ambientalista di tutela dei beni artistici, culturali e naturali Italia Nostra, che il 2 agosto ha segnalato il luogo a Europa Nostra, la federazione che riunisce 200 associazioni di conservazione europee, per inserirlo nella lista “7 Most Endangered“. È la rosa dei sette siti culturali più in pericolo del Vecchio Continente e sarà resa nota a marzo 2020. L’associazione fondata a Roma nel 1955 e presieduta da Mariarita Signorini spiega quali problemi affliggono il parco di Sibari: i danni mai del tutto risolti dell’allagamento di sei anni fa, la difficile accessibilità al parco per mancanza di un collegamento con la stazione, una scarsa gestione ordinaria dovuta anche ai pochi fondi e un’inchiesta in corso sulle spese per le trincee drenanti. Una sorte infausta per un sito archeologico che ha fatto riaffiorare una delle città più floride della Magna Grecia, Sibari, risalente all’Età del ferro. Il primo archeologo a esplorare la zona dove sorge il parco, all’inizio del Novecento, è stato proprio uno dei fondatori di Italia Nostra Umberto Zanotti Bianco.
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