L’artista maledetto dalla vita dissoluta, il bellissimo dandy dai tanti amori, il genio incompreso che si rifugiava nel vino e nell’assenzio la cui storia è breve ma intensa. Morì a 35 anni per tubercolosi ed ora riposa nel cimitero parigino di Père Lachaise. Amedeo Modigliani è in mostra a Pisa dal 3 ottobre al 15 febbraio nelle sale del Palazzo Blu.
Tutti coloro che posarono per lui dissero che essere ritratti da Modigliani era come farsi spogliare l’anima. L’esposizione raccoglie dipinti e sculture provenienti dalle maggiori collezioni internazionali, alcune eccezionalmente concesse in prestito dal Centre Pompidou, per ricostruire la sua vicenda umana e artistica, dagli esordi livornesi alle sperimentazioni parigine. I capolavori dell’artista, noto anche con il soprannome di Dedo, tornano a illustrare una straordinaria stagione della pittura europea in un allestimento che li mette in dialogo con quelli di celebrati compagni di strada quali Picasso, Chagall, Severini, Leger e molti altri. Lo scopo è quello di offrire ai visitatori uno sguardo retrospettivo sulla parabola creativa di un artista ancora oggi tra i più amati, soprattutto per il mito romantico che ancora avvolge la sua figura.
La mostra è imperniata sui magnifici ritratti, il genere prediletto da Modì. Sia nella pittura sia nella scultura, le sue teste allungate, i colli infiniti e affusolati, gli occhi scuri privi di pupille, le forme ieratiche sono impregnate dalle antiche culture, dall’arte egizia, dalla statuaria delle Cicladi e dai primitivi iberici, nonché dall’arte africana e dalla scultura Khmer.