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IL DUOMO DI SIENA “RISCOPRE” IL SUO PAVIMENTO

Da questa notte è tornato visibile il magnifico pavimento del Duomo di Siena. in realtà con qualche ora di ritardo già che doveva essere scoperto dopo la processione nella chiesa per il Palio dell’Assunta che si è svolta ieri – slittando di un po’ – a causa del maltempo. La Cattedrale di Siena ha nel suo pavimento a commesso marmoreo, un capolavoro unico, non solo per la tecnica utilizzata e la sua organicità, ma anche per il messaggio delle figurazioni, un invito costante alla ricerca della Sapienza. Abitualmente, il prezioso tappeto di marmo è protetto dal calpestio dei fedeli, ma ogni anno, per alcuni mesi, viene “scoperto” all’ammirazione costante e in progressiva crescita dei visitatori. Si tratta del pavimento “più bello…, grande e magnifico”, che mai fosse stato fatto, secondo la nota definizione del Vasari.

La pavimentazione è il risultato di un complesso programma iconografico realizzato attraverso i secoli, a partire dal Trecento fino all’Ottocento. La tecnica adoperata durante i secoli passati è quella del graffito e del commesso con marmi di provenienza locale come il broccatello giallo, il grigio della Montagnola, il verde di Crevole. I cartoni preparatori per le cinquantasei tarsie furono disegnati da importanti artisti, quasi tutti senesi, fra cui il Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, Domenico Beccafumi, oltre che da un pittore forestiero come l’umbro Pinturicchio, autore, nel 1505, del celebre riquadro con il Monte della Sapienza, raffigurazione simbolica della via verso la Virtù come raggiungimento della serenità interiore.

Rispetto agli artisti delle precedenti generazioni, Domenico Beccafumi si avvale di nuovi modi stilistici così rinnovando la tecnica del commesso marmoreo: l’artista invece di utilizzare pietre di vario colore accosta marmi di sfumature diverse rispetto alla tinta di base. Attraverso le gradazioni tonali del grigio-verde, Beccafumi riesce così a ottenere risultati sorprendenti di chiaro-scuro, in cui luci e ombre delineano le figure con una tale abilità artistica, da sembrare capolavori realizzati con la tecnica silografica o pitture monocrome.

L’opera più apprezzabile del Beccafumi è il fregio con Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia, inserito tra i due pilastri che sorreggono la cupola, verso il presbiterio. Secondo l’interpretazione di San Paolo, nella prima lettera ai Corinti (10, 4), la pietra rappresenta il Cristo, dalla quale sgorga la salvezza per quegli uomini che attingono acqua dalla sua sorgente. L’acqua diventa dunque energia di vita e fonte di salvezza. Una tematica decisiva inerente al progetto di Expo Milano 2015: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.

La visita al pavimento può essere effettata con le audiovideoguide, tablet multimediali che permettono l’ascolto del testo-guida e la visione dei particolari visibili e di quelli più nascosti. Un nuovo sistema tematico, tecnologico e soprattutto fondato sulle esigenze del visitatore più attento. Il catalogo ‘Virginis templum’ edito da Sillabe presenta il percorso iconografico del Pavimento oltre a una panoramica di tutto il Complesso del Duomo.

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