Oggi avrebbe compiuto 90 anni Paul Newman, uno dei più grandi attori della storia di Hollywood, scomparso il 26 settembre del 2008 lasciando la sua seconda moglie Joanne Woodward, cui era stato legato per cinquant’anni, e un immensa platea di appassionati ammiratori. Il versatile attore, dagli occhi azzurri e dalla sottile ironia, era stato l’indimenticabile interprete di tanti ruoli, dal pugile Rocky Graziano nel film “Lassù qualcuno mi ama” (1956) di Robert Wise al maestro di biliardo di un impacciato Tom Cruise (allora solo promettente attore) nel “Colore dei soldi” di Martin Scorsese che gli valse l’oscar come migliore attore protagonista.
Nato il 26 gennaio del 1925 a Shaker Heights (Ohio) da una famiglia di americani di seconda generazione Newman rappresentò il cinema hollywoodiano in un’epoca in cui doveva confrontarsi con dei super-miti già affermati come Marlon Brando e James Dean. Seppe farlo con personalità e classe immortalandosi in capolavori come “La gatta sul tetto che scotta” di Richard Brooks (1958) con Elizabeth Taylor o “Lo spaccone” (1961) dove mostrò la sua vera anima nel personaggio di un giocatore di biliardo rampante quanto cinico e indifeso.
Impegnato nella vita molto più che al cinema, dove interpretava spesso ruoli da ribelle, l’attore, regista e produttore cinematografico statunitense detiene assieme a Henry Fonda e Laurence Olivier, il singolare primato di aver ricevuto prima l’Oscar alla carriera “per le sue molte e memorabili interpretazioni sullo schermo, per la sua integrità personale e per la sua dedizione all’arte” che come attore.