Frank Horvat, fra i massimi fotografi viventi, si racconta in una mostra allestita presso gli spazi di Palazzo Chiablese, a Torino, dove presenta la sua personale “Storia di un Fotografo”, estemporanea di cui è anche il curatore. Gli scatti, esposti fino al 20 maggio, sono oltre 200: eclettici, raccolti non in ordine cronologico o tematico, ma secondo chiavi come luce, condizione umana, metafore. Non solo. Presenti anche le “Dumb Photos”, un'espressione difficilmente traducibile che indica qualcosa fra lo sciocco e il bizzarro.
La mostra
Come riporta l'Ansa, la mostra, voluta dal direttore dei Musei Reali Enrica Pagella, con il sostegno della Regione Piemonte e la sponsorizzazione di Reale Mutua, è introdotta da un video. Anche se per il fotografo mancato poeta che sottolinea di sapere ancora a memoria Leopardi “è completamente stupido essere costretti a guardare la realtà attraverso uno schermo” e non invece con gli occhi, o meglio con l'obiettivo dell'inseparabile Canon compatta.
La vita
Nato in Istria nel 1928 da padre ungherese e madre austriaca, fuggito con la famiglia a Lugano, con studi all'Accademia di Brera e affermazione come fotografo di moda nella Firenze del 1950, poi per anni fotoreporter in giro per il mondo, di base a Parigi. A completare il percorso, un gruppo di scatti di altri grandi maestri, che Horvat ha scelto all'interno della sua collezione privata.