Dopo oltre un mese di silenzio (ben trentadue giorni), Bob Dylan dice la sua sul Premio Nobel per la Letteratura, a lui assegnato dall’Accademia di Stoccolma. Tuttavia, nella lettera inviata in Svezia ha comunicato che non presenzierà alla cerimonia del 10 dicembre e, per tanto, non potrà ritirare il premio di persona a causa di “impegni presi in precedenza”. A renderlo noto la stessa Accademia svedese, augurandosi che il cantante possa comunque, entro sei mesi, dare la “Nobel Lecture“. Secondo quanto riferisce l’Accademia, l’artista è dispiaciuto di non poter partecipare e “ha sottolineato di essere molto onorato per il riconoscimento”. Si completa così, in parte, la vicenda del silenzio dell’artista i giorni seguenti l’assegnazione del premio e le polemiche intorno alla decisione del comitato.
L’Accademia ha dichiarato di aver ricevuto solo il 15 novembre una lettera nella quale l’artista “spiega di non potersi rendere disponibile a raggiungere Stoccolma per ritirare il premio”. Nei giorni immediatamente successivi all’assegnazione del riconoscimento, il 13 ottobre scorso, Dylan si era reso irreperibile e gli accademici non erano riusciti neppure a comunicargli la notizia in maniera ufficiale. Soltanto una settimana dopo il musicista decise di accettare, con un piccolo riferimento in una pagina del suo sito. Ma dopo qualche ora, la dicitura era già sparita, provocando una valanga di critiche. L’Accademia di Svezia afferma di rispettare la decisione di Dylan, anche se il fatto che un premiato accetti il Nobel e poi non si rechi a Stoccolma senza ragioni di forza maggiore “è un evento eccezionale”.
Certo non è la prima volta che il Premio Nobel non viene ritirato dal vincitore, ma negli altri casi, dietro l’assenza dei protagonisti, c’erano impedimenti oggettivi. Due casi recenti riguardano la birmana Aung San Suu Kyi (1991) e il cinese Liu Xiaobo (2010), premiati con il Nobel per la Pace per il loro impegno a difesa dei diritti umani. Per loro fu impossibile ritirare l’onorificenza perché rinchiusi in carcere dai regimi dei loro Paesi.
Altri casi di mancato ritiro sono dipesi da motivi di salute o di età avanzata. La cerimonia di consegna del premio per la Letteratura fu disertata per difficoltà di spostamento legate all’età da Doris Lessing, nel 2007, o da Harold Pinter, nel 2005, perché gravemente malato, e da Elfriede Jelinek (2004) a causa di una sindrome che le impediva di comparire in pubblico. Anche caso di Jean Paul Sartre non può essere assimilato a Dylan, poiché Sartre, 52 anni fa, rifiutò in toto il premio che gli era stato assegnato.
La decisione di Dylan di rifiutare il prestigioso riconoscimento (premiato con il Nobel per essere stato capace “di creare una nuova espressione poetica nella grande tradizione della canzone americana”), è tuttavia perfettamente in linea con il personaggio e coerente con le scelte di un uomo che ha deciso di essere sempre in tour.