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“Genesi”, il mondo raccontato attraverso gli scatti di Salgado

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Migranti, salvaguardia del creato, sfruttamento dell’uomo. Sono i temi trattati da Sebastio Salgado, il più importante fotografo documentario dei nostri giorni, nella mostra “Genesi”, allestita presso gli spazi del Palazzo delle Arti (Pan) di Napoli fino al 28 gennaio.

Il fascino di Napoli

La presenza del fotografo alle sue mostre non è una cosa scontata. Napoli è una città che Salgado non conosce molto bene, ma ne è sempre rimasto affascinato. E così l’inaugurazione della sua mostra al Pan è stata l’occasione “è stata l’occasione per venire qui e ammirare la bellezza di questa città“, racconta Roberto Koch, che lo ha intervistato al Maschio Angioino. Come riporta l’Ansa, il fotografo parla di attualità e spiega così i suoi scatti: “Delle migrazioni ve ne siete accorti solo ora, perché il fenomeno ha toccato l’Europa ed avete cominciato a viverlo, ma nel mondo c’è sempre stata. E comunque ricordiamo che siamo tutti figli della stessa specie”. Nelle sue fotografie parla “del mondo in cui vivo, in questo momento storico abbiamo deciso di legare la nostra vita, mia e di mia moglie, al mondo. Ho avuto la fortuna, prima di cominciare con la fotografia, di frequentare l’università in scienze sociali ed economia, ho appreso cose che mi hanno dato modo di collegare la mia fotografia alla mia ideologia e alla mia etica. Per essere fotografo occorre coerenza con la propria storia. Le foto però non devono essere specchio della società ma farla comprendere. Adoro la luce, il senso della composizione, vedere fenomeni che attraverso la luce si possono raccontare con una fotografia ma che non resti fine a se stessa. Le foto raccontano una storia“.

La mostra

Curata da Le’lia Wanick Salgado, su progetto di Contrasto e Amazonas Images, la mostra – che si compone di 245 immagini in bianco e nero – è frutto della collaborazione di Civita Mostre con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. “Genesi” è un progetto iniziato nel 2003 e durato 10 anni, “un canto d’amore per la terra e un monito per gli uomini”, come è stata definita, e racconta la bellezza del patrimonio unico e prezioso, di cui ogni uomo dispone: il pianeta Terra.

Le foto

Dalle Galapagos tra tartarughe giganti, iguane e leoni marini, Salgado trasporta il visitatore nei suoi viaggi tra le zebre e gli animali selvatici che attraversano il Kenya e la Tanzania. Un’attenzione particolare è riservata anche alle popolazioni indigene come gli Yanomami e i Cayap dell’Amazzonia brasiliana, o i Pigmei delle foreste equatoriali nel Congo settentrionale. E ancora i Boscimani del deserto del Kalahari in Sudafrica, o le tribù Himba del deserto della Namibia e quelle delle foreste della Nuova Guinea. Cinque le sezioni: Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantana’l. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, la definisce una “Mostra militante. Siamo contenti che questa estemporanea con il suo messaggio pedagogico si possa tenere in questi tempi, nella nostra città”.

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